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San Cromazio, la chiesa compie 60 anni

Erano gli anni ‘60, il quartiere del Villaggio del Sole era in costruzione, con strade ancora non asfaltate e cantieri, ma gli abitanti stavano aumentando. E serviva anche una chiesa più grande, che avrebbe dovuto accogliere i fedeli sia delle nuove palazzine che quelli di San Domenico. Per questo fu decisa la costruzione di quella che oggi è la chiesa di San Cromazio, ma che allora venne dedicata proprio a San Domenico. L’edificio a fine 1965 era completato e la prima Messa fu celebrata nella notte di Natale di quell’anno dall’allora parroco, mons. Vittorino Canciani, che quell’edificio aveva voluto.
Sono quindi trascorsi 60 anni da allora e la comunità di San Cromazio li festeggerà domenica 7 dicembre con una solenne celebrazione, alle ore 10, presieduta dall’arcivescovo di Udine, mons. Riccardo Lamba, cui seguirà un rinfresco al quale tutti sono invitati. Il giorno successivo, lunedì 8 dicembre, nella messa del mattino saranno ricordati i lustri di matrimonio e nel pomeriggio, alle ore 17, ci sarà un concerto del coro parrocchiale durante il quale saranno proiettate diapositive con immagini che illustreranno questi sessant’anni di vita della parrocchia, dalla fondazione della chiesa ad oggi.
«Sarà un momento importante – afferma il parroco, mons. Maurizio Stefanutti – per ricordare la storia della nostra comunità. All’epoca, infatti, la chiesa venne costruita soprattutto grazie alle offerte dei parrocchiani, raccolte famiglia per famiglia. Ci sono ancora i resoconti che lo testimoniano».
Era stato già don Emilio de Roja a muoversi per la costruzione di una chiesa dopo che, prevedendo l’espansione del quartiere, l’allora arcivescovo mons. Giuseppe Zaffonato, con decreto del 23 febbraio 1959, aveva istituito la parrocchia, separandola da quella del Redentore. Proprio don de Roja, con i suoi ragazzi di Casa dell’Immacolata, aveva costruito la prima chiesa, oggi occupata dalle aule di catechismo. Fu il primo parroco, mons. Vittorino Canciani, a dare avvio alla costruzione. L’edificio venne progettato dall’architetto Luciano Ria – autore tra l’altro anche della parrocchiale di San Giovanni Bosco a Lignano Sabbiadoro – con l’obiettivo, dunque, di essere al servizio sia del Villaggio del Sole che di San Domenico. Di qui le grandi dimensioni della chiesa che, con una pianta ottagonale a croce greca, lunga una trentina di metri e alta circa venti, può accogliere tra le 400 e le 500 persone.
Successivamente, ricorda mons. Stefanutti, nel 1981 l’arcivescovo mons. Alfredo Battisti decise di dividere la parrocchia in due: l’intitolazione a San Domenico venne data alla moderna chiesa dell’omonimo quartiere, mentre la chiesa del Villaggio del Sole venne intitolata a San Cromazio d’Aquileia.
Sette i parroci che si sono susseguiti alla guida della comunità: dopo mons. Canciani, mons. Diego Morocutti, don Domenico Liva, don Agostino Plazzotta (in veste di amministratore parrocchiale), don Carlo Gervasi, don Armando Marangone, fino all’attuale mons. Stefanutti.
Tutte le tappe di questa lunga storia verranno, quindi, ripercorse nel concerto di lunedì 8 dicembre, che le racconterà in 11 sezioni: la genesi, i “don” (ovvero i parroci che si sono succeduti), il terremoto, la nascita del gruppo folk e della banda, il gruppo scout, la realizzazione dell’affresco che orna l’interno, le celebrazioni, l’attività dell’oratorio, quella delle “api operose” (ovvero il gruppo che organizza attività per autofinanziamento della parrocchia), i presepi. Immagini e musiche per ricordare, conclude mons. Stefanutti, «insieme anche ai parrocchiani che oggi non vivono più nel quartiere e che sono invitati a ritornarci per l’occasione».

Stefano Damiani

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