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Chiesa

“La Tradizione ci lega alla Chiesa madre di Aquileia”

L’edizione 2017 del percorso è dedicata al mistero della Chiesa, in sintonia con il cammino delle parrocchie sul progetto diocesano di ripensamento ecclesiale in vista delle Collaborazioni Pastorali. Tema della prima catechesi “La tradizione: comunione nel tempo”

«La linfa vitale che tiene unita la Chiesa è la comunione perché, come scrive San Paolo agli Efesini, essa è un solo corpo. La Chiesa vive la comunione nel momento presente tra tutti coloro che hanno l’identica fede in Gesù, che hanno ricevuto lo stesso battesimo, che si riuniscono per celebrare la Santa Messa e per pregare, che cercano di aiutarsi come fratelli. Vive, però, anche una comunione nel tempo. C’è, cioè, un legame che tiene unita la Chiesa lungo i duemila anni della sua storia e che l’ha tenuta fedele all’unica fede in Gesù Cristo e in Dio Padre e all’unica speranza». Queste le parole pronunciate oggi, domenica 5 marzo, dall’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, nella prima catechesi dei «Quaresimali d’arte», l’iniziativa promossa dalla Pastorale della Cultura dell’Arcidiocesi di Udine giunta alla settima edizione e che quest’anno è dedicata al mistero della Chiesa, in sintonia con il cammino delle parrocchie sul progetto diocesano di ripensamento ecclesiale in vista delle Collaborazioni Pastorali.

Il tema di questo primo appuntamento è stato «La tradizione: comunione nel tempo», forte il riferimento dell’Arcivescovo alla Chiesa madre di Aquileia: «Se noi leggiamo, ad esempio, i sermoni di San Cromazio di Aquileia o il commento al Credo di Ruffino, ritroviamo che si citano gli stessi nostri Vangeli, che hanno lo stesso modo di parlare di Gesù e la stessa fede che abbiamo noi a quasi 1700 anni di distanza. E loro si riferivano alla fede che avevano ricevuto dai loro antenati. Ci accorgiamo, così, che la fede e il Vangelo che sono stati predicati ad Aquileia e che hanno formato la prima Chiesa sono gli stessi che conserviamo noi anche se la storia delle nostre terre ha vissuto cambiamenti radicali sul piano sociale, politico e culturale. Questo legame che ha tenuti uniti nel tempo alla Chiesa madre di Aquileia si chiama Tradizione».

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Di seguito il testo integrale della catechesi pronunciata dall’Arcivescovo.

Nelle catechesi dei «quaresimali d’arte» di quest’anno mediteremo sulla Chiesa nella quale siamo stati inseriti come membra vive col battesimo.

Della Chiesa si parla spesso anche nei mezzi di comunicazione in bene o in male. C’è spesso, ad esempio, un’attenzione verso le parole e i gesti di Papa Francesco, verso l’opera di carità che la Chiesa compie in tanti modi, verso gli interventi dei vescovi, verso gli scandali che riguardano gli uomini di Chiesa e altro.

Può essere utile, però, tornare a ricordare alcune dimensioni della vita della Chiesa che sono fondamentali e che, normalmente, non entrano nell’interesse della cronaca. In queste domeniche di Quaresima ci soffermeremo su quattro di esse. 

La catechesi oggi ha come titolo: «La Tradizione: comunione nel tempo».

La linfa vitale che tiene unita la Chiesa è la comunione perché, come scrive San Paolo agli Efesini, essa è un solo corpo, animato da un solo Spirito, sostenuto da una sola speranza, una sola fede e un solo battesimo e che adora un solo Dio che è Padre di tutti.

La Chiesa vive la comunione nel momento presente tra tutti coloro che hanno l’identica fede in Gesù, che hanno ricevuto lo stesso battesimo, che si riuniscono per celebrare la Santa Messa e per pregare, che cercano di aiutarsi come fratelli.

Vive, però, anche una comunione nel tempo. C’è, cioè, un legame che tiene unita la Chiesa lungo i duemila anni della sua storia e che l’ha tenuta fedele all’unica fede in Gesù Cristo e in Dio Padre e all’unica speranza.

Se noi leggiamo, ad esempio, i sermoni di San Cromazio di Aquileia o il commento al Credo di Ruffino, ritroviamo che si citano gli stessi nostri Vangeli, che hanno lo stesso modo di parlare di Gesù e la stessa fede che abbiamo noi a quasi 1700 anni di distanza. E loro si riferivano alla fede che avevano ricevuto dai loro antenati. Ci accorgiamo, così, che la fede e il Vangelo che sono stati predicati ad Aquileia e che hanno formato la prima Chiesa sono gli stessi che conserviamo noi anche se la storia delle nostre terre ha vissuto cambiamenti radicali sul piano sociale, politico e culturale. Questo legame che ha tenuti uniti nel tempo alla Chiesa madre di Aquileia si chiama Tradizione.

La Tradizione nasce dal dovere e dall’impegno che hanno avuto fin dall’inizio gli apostoli a far sì che venisse trasmesso l’autentico Vangelo di Gesù. Che parlasse di Gesù come loro lo avevano conosciuto e, su comando del loro Maestro, lo avevano predicato.

Questo dovere e questa preoccupazione li abbiamo sentiti molto vivi già in San Paolo nel testo della lettera ai Galati che è stato letto. A lui non interessa predicare avendo successo e accarezzando le orecchie degli ascoltatori. Questo lo stavano facendo dei predicatori che erano arrivati nella comunità dei Galati dopo di lui. La sua unica preoccupazione è “trasmettere” l’unico vero Vangelo: «Se qualcuno vi predica un Vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema! Infatti, è forse il favore degli uomini che intendo guadagnarmi, o non piuttosto quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se ancora io piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo!». Per questa preoccupazione, racconta di essere andato per due volte a Gerusalemme per confrontarsi con Pietro, capo degli apostoli, con Giovanni e Giacomo. Paolo aveva conosciuto Gesù, grazie alla straordinaria rivelazione sulla via di Damasco, ma voleva essere ugualmente confermato da Pietro su come parlava di Gesù per trasmettere in modo fedele la conoscenza di lui e la fede in lui.

Dagli apostoli, fino ai nostri giorni, una delle fondamentali preoccupazione nella Chiesa è sempre stata la fedeltà alla Tradizione della fede in Gesù predicata dagli apostoli; cioè da coloro che Gesù lo avevano conosciuto di persona, erano stati testimoni delle sue parole e opere e, specialmente, della sua morte in croce e della sua risurrezione, e avevano ricevuto uno speciale dono dello Spirito Santo.

Possiamo presentare la Tradizione anche come un ininterrotto filo d’oro che, a duemila anni di distanza, unisce noi con la fede di S. Pietro, di S. Paolo e degli altri apostoli e che ci unisce, quindi con Gesù Cristo stesso. Ed è un filo d’oro che ha tenuto unita la Chiesa lungo i secoli.

La catechesi dell’Arcivescovo per il primo appuntamento con i “Quaresimali d’arte”

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