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Chiesa

Nel carcere di Udine si apre la porta della Misericordia

Domenica 6 novembre, l’arcivescovo emerito di Udine, mons. Pietro Brollo, in comunione con Papa Francesco e la Chiesa universale, aprirà la “Porta della misericordia” nella casa circondariale di Udine, in occasione del Giubileo dei carcerati.

Anche nella Casa circondariale di Udine – domenica 6 novembre – si vivrà, in comunione con Papa Francesco e con la Chiesa universale, un momento di particolare intensità nell’ambito dell’Anno Santo della Misericordia: il «Giubileo dei Carcerati». Alle ore 9, infatti, nell’istituto penitenziario di via Spalato, mons. Pietro Brollo, arcivescovo emerito, incontrerà detenuti, personale penitenziario e volontari e aprirà solennemente la «Porta della Misericordia». Successivamente grazie a un maxi schermo ci sarà il collegamento con il Vaticano per seguire la diretta da Piazza San Pietro dove, alla Santa Messa presieduta da Papa Francesco, sono attese circa 4 mila persone tra detenuti con i loro famigliari, personale penitenziario, cappellani delle carceri, associazioni che offrono assistenza all’interno e all’esterno delle carceri. Tra loro anche la delegazione friulana composta da don Dario Mesaglio, Cappellano della Casa circondariale di Udine, due detenuti e due volontari.

 

Non solo. Sempre in occasione del «Giubileo dei carcerati», venerdì 4 novembre alle ore 9, nell’istituto di pena di Udine, un altro importante momento: l’incontro di tutti i detenuti con il Garante regionale per le persone private della libertà personale, Pino Roveredo. Lo scrittore e giornalista Roveredo porterà la propria esperienza di vita che lo ha visto anche scontare una pena in carcere, da qui il confronto con i detenuti proprio su come trovare una via di cambiamento e riscatto.

 

Ancora una volta è dunque significativa l’attenzione della Chiesa udinese al mondo del carcere: «spiega don Dario Mesaglio».

 

Fortemente voluto da Papa Francesco il «Giubileo dei carcerati» rappresenta l’ennesimo segno di grande affetto del Santo Padre nei confronti dei detenuti, segno che si aggiunge alla Messa in Coena Domini nel carcere minorile di Casal del Marmo, le visite ai penitenziari negli Stati Uniti, in Bolivia e in Messico, i frequenti contatti telefonici con condannati a morte in vari Paesi del mondo. A dimostralo la stessa lettera di attuazione del programma dell’Anno Santo della Misericordia, in cui si legge che la soglia di ogni cella diventa una Porta della Misericordia se i detenuti che la attraversano rivolgeranno il pensiero e la preghiera al Padre, «perché la misericordia di Dio è capace di trasformare le sbarre in esperienza di libertà».

Giubileo dei carcerati

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