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Cronaca

A Sappada commosso addio a Ettore Pachner

Mancato il 6 marzo, a 78 anni. Costruì la Baita Pista nera e con la moglie gestì il Rifugio Calvi

Una chiesa, quella di Santa Margherita, riempita di tanti amici e persone che hanno voluto tributare l’ultimo saluto ad Ettore Pachner, mancato a Sappada la sera del 6 marzo. Persona molto stimata in paese, nel 1968 Ettore costruì uno dei ristoranti più noti di Sappada, la Baita Pista Nera, e in seguito, insieme alla moglie Rosina e ai cognati Giulio e Anna, gestì il Rifugio Calvi che ha ospitato anche Papa Giovanni Paolo II.

Il parroco, don Gianluca Molinaro, ricordando Ettore ha voluto sottolinearne la figura semplice ma profonda. Attraverso la sua generosità, umiltà e dedizione alla famiglia e al lavoro, Ettore ha dimostrato come sia possibile lasciare un segno vivido di impegno e laboriosità nella comunità. Il sacerdote ha poi evidenziato i trascorsi lavorativi di Ettore: l’esordio come muratore, poi come boscaiolo, infine l’impegno nell’attitudine più propria della gente di Sappada: quella dell’accoglienza turistica. Sia alla Baita Pista Nera che (soprattutto) al Rifugio Calvi, ha saputo coniugare le virtù di uomo di montagna – il sacrificio e l’amore per il territorio in primis – per farne un dono a quanto lo incontravano e le tante persone presenti alle esequie lo hanno dimostrato.

Don Molinaro ha concluso ricordando l’impegno di Ettore anche nel sociale: nella Protezione civile e nell’Associazione donatori di sangue e ha esortato i presenti a seguire il suo esempio, cioè ad essere dono per la comunità. 

La figlia Erica, a nome di tutta la famiglia, nel ringraziare tutti per la vicinanza in questo particolare momento di dolore, ha ricordato l’esempio del padre, forte e amorevole verso le figlie come verso la adorata moglie Rosina. Oggi, ha concluso rivolgendosi al papà, “il Cielo ha guadagnato molto!”

A concelebrare le esequie anche il vicario generale della Diocesi di Klagenfurt e mons. Pietro Piller, il cappellano dell’ospedale di San Daniele, don Armando Marangone, e il parroco di Este. 

Bruno Temil

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