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Cronaca

Muore schiacciato da una pressa in prosciuttificio a S. Daniele

La vittima è un operaio di 24 anni, Alessandro Alessandrini, di Osoppo. L’incidente sul lavoro è avvenuto attorno alle 8.30 al prosciuttificio Principe di San Daniele del Friuli. Il giovane è morto all’istante. Martin (Flai): “Attendiamo sviluppi delle indagini prima di esprimerci in merito”. Il monito di Pezzetta (Cgil Fvg): “La sicurezza resti una priorità”.

Un operaio di 24 anni, residente a Osoppo, Alessandro Alessandrini, è morto schiacciato da una pressa all’interno del prosciuttificio Principe di San Daniele del Friuli. L’incidente sul lavoro è accaduto attorno alle 8.30: la ricostruzione è al vaglio dei Carabinieri della locale stazione e degli ispettori dell’Azienda sanitaria. Assieme ai colleghi che stavano operando poco distante, per liberare il giovane dal macchinario che lo ha colpito sono intervenuti anche i Vigili del fuoco. Il 24enne è morto all’istante e l’arrivo tempestivo del mezzo di soccorso avanzato del 118 con il medico a bordo è stato vano. La pressa e l’area dove è avvenuto l’incidente sono state poste sotto sequestro dalla Procura della Repubblica di Udine, in attesa di individuare eventuali profili di responsabilità.

«In quella che doveva essere una giornata importante per il futuro di quest’azienda, con la presentazione del nuovo piano industriale, ci troviamo a dover commentare una notizia tragica, che ci lascia scioccati e senza parole, mettendo tutto il resto in secondo piano». Queste le parole della segretaria della Flai-Cgil di Udine, Michela Martin, dopo l’incontro con il presidente del consiglio di amministrazione della Principe di San Daniele spa, Pietro Galbiati, originariamente convocato per la presentazione del nuovo piano industriale ai sindacati, prevista proprio per oggi. La tragica morte del giovane manutentore Alessandro Alessandrini ha sconvolto il programma della giornata e segnato anche l’agenda del vertice, tenutosi dopo i primi accertamenti sul fatale infortunio di questa mattina. Infortunio le cui dinamiche, come spiega la stessa Martin, non sono ancora note al sindacato: «Sappiamo che il giovane stava lavorando su una macchina per il confezionamento sottovuoto», dichiara Martin, nel ricordare come la vittima, dipendente di Principe da circa quattro anni, ricoprisse solo da un anno le attuali mansioni di manutentore. «Per il momento – dichiara ancora Martin – possiamo solo esprimere ai familiari il cordoglio e la vicinanza del sindacato. Attendiamo invece gli sviluppi dei rilievi e delle indagini in corso per esprimere valutazioni sul merito, sebbene non si possa escludere che abbia pesato la situazione di forte incertezza in cui opera l’azienda da oltre un anno e mezzo, con una cassa integrazione straordinaria ancora in corso e che ha determinato una lunga serie di stop and go produttivi».

Su quanto accaduto a San Daniele interviene anche il segretario regionale della Cgil Villiam Pezzetta, per esprimere l’allarme del sindacato per il secondo infortunio mortale che si registra in regione in meno di una settimana, dopo quello verificatosi venerdì scorso all’Interporto di Pordenone. «Con il graduale ritorno verso una normalità del quadro economico e occupazionale – commenta – torna purtroppo di pressante attualità anche il tema della sicurezza. Sappiamo che su questo versante gli ultimi anni avevano segnato un’inversione di tendenza rispetto a un andamento virtuoso di progressiva riduzione del calo degli infortuni e temiamo che le difficoltà dell’attuale fase, segnate da una forte incertezza sulle commesse e sul futuro, possano creare nuovi fattori di tensione negativi anche sotto il profilo della sicurezza. Ecco perché le condivise preoccupazioni per l’evolversi dello scenario economico e occupazionale non possono mettere in secondo piano un’attenzione alla sicurezza che deve restare una massima priorità. Non è accettabile infatti continuare a pagare un tributo così alto in termini di vittime, peraltro anche di giovanissima età».

Per quanto riguarda il quadro generale della sicurezza sul lavoro, l’andamento infortunistico nel corso del 2020 è logicamente segnato dall’emergenza Covid. Il calo del 25% degli infortuni denunciati che l’Inail ha registrato tra gennaio e maggio, infatti, è diretta conseguenza della drastica riduzione delle ore lavorate in seguito al e alla crisi economica scatenata dall’emergenza. In calo, sempre nel confronto con il 2019, anche il numero dei casi mortali, sceso dai 9 dei primi cinque mesi dello scorso anno ai 6 verificatisi tra il 1° gennaio e il 31 maggio di quest’anno.

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