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Cronaca

Sgominata maxi rete di pedopornografia. Arrestato anche un 55enne di Udine

La Polizia ha accertato la presenza di centinaia di chat dove l’indagato aveva ricevuto e divulgato materiale relativo allo sfruttamento sessuale di minori. Si sta indagando su tentativi di adescamento online. «In tempi di Covid bambini davanti al pc più indifesi»

Sono 15 le persone arrestate in flagranza dalla polizia postale nell’ambito dell’operazione ‘Luna Park’ contro vere associazioni criminali composte da centinaia di persone che si scambiavano foto e video pedopornografici attraverso le chat istantanee come Telegram e WhatsApp. Tra gli arrestati anche un 55enne residente nella provincia di Udine. Gli investigatori della Polizia postale di Trieste e Udine hanno eseguito un decreto di perquisizione informatica, disposta dalla Procura della Repubblica di Milano, nei confronti dell’uomo che è poi stato arrestato. Durante l’operazione sono stati rinvenuti e analizzati diversi device e in particolare un telefono cellulare al cui interno sono stati individuati migliaia di file di natura pedopornografica. La Polizia ha anche accertato la presenza di centinaia di chat pedopornografiche su diverse piattaforme di messaggistica istantanea dove l’indagato aveva ricevuto e divulgato materiale illecito relativo allo sfruttamento sessuale di minori. Sono infine state scoperte chat tra il perquisito e minori che potrebbero ricondurre a tentativi di adescamento online e che sono al vaglio degli inquirenti. L’uomo, in considerazione dell’ingente quantità di materiale pedopornografico rinvenuto, è arrestato e portato nella Casa Circondariale di Udine, in attesa dell’udienza di convalida.

L’indagine

Dopo due anni di indagini condotte “sotto copertura” su internet, la Postale di Milano e del Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia Online del Servizio Polizia Postale di Roma, hanno identificato 432 utenti che utilizzavano canali e chat per scambiarsi il materiale che ritraeva vere e proprie violenze sessuali su minori. Gli abusi, in particolare, riguardavano prevalentemente bambine e bambini in tenera età e, in alcuni casi, anche neonati. Dei 159 gruppi individuati, 16 erano delle vere e proprie associazioni per delinquere, al cui interno era possibile distinguere promotori, organizzatori e partecipi, con ruoli e compiti ben definiti. Tra i principali gestori e amministratori compaiono anche due italiani, un ottico 71enne di Napoli con collaborazioni universitarie e un disoccupato 20enne di Venezia. Coinvolti anche 351 stranieri, con arresti avvenuti anche in Europa e in tutto il mondo.

Dalle indagini è venuto a galla che in alcuni occasioni, nel corso degli scambi delle immagini sugli abusi, sulle chat individuate si parlava pure della possibilità di avere contatti diretti con i minori vittime delle violenze sessuali. L’indagine sarebbe partita da una segnalazione arrivata dagli Usa. Il procuratore aggiunto Maria Letizia Mannella ha voluto sottolineare come in questo periodo di emergenza sanitaria legata al Covid e in particolare durante i lockdown i bambini si ritrovano davanti ai pc “e sono molto più indifesi e più facilmente vittime di adescamenti”.

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