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Politica

Via le Uti, nascono le Comunità

Varato il ddl. Ora la riforma passa al Consiglio. L’assessore Roberti: “In tale modo consentiamo ai Comuni di dar vita a forme libere di collaborazione, fondate sulla reale condivisione di obiettivi e modalità di gestione delle funzioni e dei servizi”. “Volontarietà significa anche assenza di incentivi economici, perché l’adesione sarà dettata unicamente da ragioni organizzative volte a fornire migliori servizi ai cittadini a parità di risorse”.

Superare le Unioni territoriali intercomunali (Uti), oggi presenti in Friuli Venezia Giulia, e favorire la nascita di Comunità, ovvero enti locali a cui i Comuni aderiscono volontariamente per l’esercizio associato di funzioni e servizi. E’ uno degli obiettivi della riforma degli enti locali approvata oggi in via preliminare dalla Giunta regionale e che ora verrà trasmessa al Consiglio. Con la legge regionale 26/2014 in Fvg erano state abolite le Province e sostituite con 18 Uti, enti locali a cui avevano aderito gran parte dei Comuni. Una soluzione che secondo l’assessore alle Autonomie locali del Fvg, Pierpaolo Roberti, si è dimostrata “inefficace”.

Il ddl – spiega la Regione – riconosce in primo luogo la ‘convenzione’ quale forma collaborativa priva di personalità giuridica tra Comuni, che consente la costituzione di uffici condivisi e la delega delle funzioni comunali a una delle amministrazioni partecipanti. Inoltre conferma il ricorso, su base volontaria, alle fusioni di Comuni, previa consultazione della popolazione. Nell’ottica del superamento delle Uti, il ddl introduce quindi la Comunità. “In tale modo – ha spiegato l’assessore – consentiamo ai Comuni di dar vita a forme libere di collaborazione, fondate sulla reale condivisione di obiettivi e modalità di gestione delle funzioni e dei servizi. Inoltre, volontarietà significa anche assenza di incentivi economici, perché l’adesione sarà dettata unicamente da ragioni organizzative volte a fornire migliori servizi ai cittadini a parità di risorse”.

“Questo provvedimento – ha aggiunto Roberti – è il frutto di una sintesi della volontà della Giunta e, attraverso il positivo dialogo tra l’Anci e l’Uncem, delle istanze del territorio che vengono recepite in toto. Diamo quindi ai Comuni la possibilità di decidere se, come e con chi realizzare servizi condivisi”. Il ddl – spiega la Regione – recepisce le forme collaborative già esistenti a livello nazionale, adattandole al contesto del Fvg.

Ad ogni amministrazione è attribuito un solo voto all’interno della Comunità. Il parere dei sindaci – puntualizza la Regione – avrà lo stesso peso, indipendentemente dalle dimensioni demografiche. La gestione dell’ente viene affidata al Comitato esecutivo, i cui componenti “potranno essere scelti, oltre che tra i sindaci, anche tra i cittadini”, ha spiegato Roberti. Verranno istituite in via obbligatoria le Comunità di montagna e il Consiglio delle autonomie montane; sarà poi valorizzata l’esperienza associativa del Consorzio comunità collinare. Per l’edilizia scolastica “si prevede l’istituzione di quattro enti sub-regionali con competenza territoriale corrispondente a quella delle ex Province, rendendo in tal modo possibile lo scioglimento anche di quelle Uti”. Completa il ddl la disciplina transitoria per il definitivo superamento delle Uti.

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