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Regione

Cisl Fvg: per le scuole un protocollo regionale di sicurezza

L’appello: l’autonomia scolastica del Fvg per garantire l’ottimale ripresa a settembre. Monticco: “Condizioni di accesso all’istruzione uguali per tutti, altrimenti il rischio di emarginazione sociale sarà altissimo”

Lavorare oggi, sfruttando appieno anche l’autonomia del Friuli Venezia Giulia, per garantire tra quattro mesi una ripresa ottimale delle scuole: a sollecitare il Presidente Fedriga è la Cisl Fvg, che incalza sull’idea di un protocollo regionale sulla sicurezza. Un protocollo che oltre a delineare le regole base anti-contagio, scongiuri il rischio di emarginazione che, per molti bambini e famiglie, è dietro la porta.

Se le linee guida nazionali confermeranno un utilizzo importante della didattica a distanza, che in questi mesi di emergenza si è rivelata sicuramente un’opportunità, ma ha dimostrato anche tanti limiti – si legge in una nota del Sindacato – come Regione dovremo essere in grado di garantire a tutti l’accesso, con investimenti, ad esempio, sulla banda larga e sulle dotazioni digitali, che non potranno essere diluiti nel medio periodo come annunciato.

Più di 141mila studenti a settembre torneranno nelle aule fisiche e virtuali; di questi, quasi 46mila accederanno alle classi della scuola primaria, le più delicate, assieme agli asili, per quanto riguarda la gestione e il mantenimento del cosiddetto distanziamento sociale. E questo accadrà in un contesto edilizio già fragile se si considera che – stando anche all’ultimo rapporto dell’Atlante dell’infanzia stillato da Save the Children – il 41% degli istituti scolastici è privo del certificato di agibilità sismica. A ciò va aggiunta anche la carenza acclarata di dotazioni informatiche e strutturali, indispensabili a garantire una didattica, soprattutto a distanza, di qualità.

“Quello che ci preoccupa – spiega il segretario generale della Cisl Fvg, Alberto Monticco – è che il distanziamento sociale cui saremo ancora tenuti, anche all’interno della scuola, possa tradursi in emarginazione sociale: non possiamo ignorare che oggi, in Friuli Venezia Giulia, un minore su sei vive  in una situazione di povertà assoluta e, di conseguenza, educativa, e non ha banalmente i mezzi per connettersi; allo stesso modo non possiamo dimenticare quell’ampia fascia di studenti con disabilità e difficoltà di apprendimento e che va necessariamente seguita in presenza”.

La Cisl Fvg chiede, dunque, l’apertura di un tavolo stabile per arrivare a stretto giro alla definizione di un protocollo capace di dare risposte certe alla criticità imposte dal Covid-2019. “Vogliamo partire da un monitoraggio delle condizioni degli edifici scolastici: che spazi abbiamo a disposizione? Come possiamo organizzarli? Come adeguarli per garantire la turnazione degli studenti? Quali dispositivi, compresi quelli informatici, servono?” – incalza Monticco, per arrivare a definire un piano di investimenti contingente e immediato che riguardi anche i docenti, eventualmente da impegnare alternativamente di mattina e di pomeriggio, al fine di assicurare quanto più possibile la didattica in presenza, soprattutto per la scuola primaria.  “Il lavoro da fare è tanto – aggiunge la referente della Cisl Fvg, Concettina Cupani – mentre il tempo a disposizione non è moltissimo. Dobbiamo prepararci ad un anno scolastico in cui serviranno modalità organizzative particolari soprattutto per consentire il lavoro in presenza con gruppi ristretti di alunni e studenti”. Una scelta decisiva – per il Sindacato – se si vogliono anche sostenere le famiglie e la ripresa del lavoro anche delle donne, oggi sicuramente le più penalizzate dall’emergenza. Solo assicurando, naturalmente in piena sicurezza, l’accoglienza di bambini più piccoli nella scuola, i genitori potranno riprendere le proprie attività lavorative e recuperare anche quel reddito sacrificato da tanti in questi mesi prolungati di emergenza”.

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