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Regione

Fella, Tagliamento, Ledra, Natisone e Isonzo in sicurezza

Stanziati dalla Regione 1,476 milioni di euro per interventi puntuali di messa in sicurezza di alcuni dei più importanti corsi d’acqua friulani

Su proposta dell’assessore all’Ambiente, Sara Vito, la Giunta regionale ha approvato oggi l’integrazione al programma annuale 2016 degli interventi di manutenzione straordinaria dei corsi d’acqua e delle opere idrauliche sulla rete idrografica del Friuli-Venezia Giulia.  La spesa complessiva prevista è di un milione e 476 mila euro. Gli interventi approvati dalla Giunta regionale, che sono ormai in avanzata fase di progettazione, e dei quali si prevede la cantierabilità nei prossimi mesi, riguardano il bacino dei fiumi Fella, Tagliamento, Ledra, Natisone, Isonzo, e del rio Grojna.  In particolare, nei comuni di Pontebba e Malborghetto-Valbruna, è previsto un intervento di manutenzione dell’alveo del fiume Fella, mediante il ripristino dell’officiosità idraulica e delle scogliere esistenti sull’asta principale: costo, 294 mila euro.  Nei comuni di Camino al Tagliamento, in località Pieve di Rosa, Varmo, in località Madrisio, e Codroipo sarà effettuata la manutenzione delle opere di difesa sulla sponda sinistra del fiume Tagliamento, per una spesa di oltre 274 mila euro.  Nei comuni di Artegna, Buia e Gemona del Friuli verrà invece curata la manutenzione straordinaria del fiume Ledra, con una spesa di 200 mila euro.  Saranno ripristinati anche tratti dell’argine sulla sponda destra del fiume Natisone, in località San Nicolò a valle del campo sportivo, e a Manzano, con un intervento da oltre 78 mila euro. E sono previsti interventi di manutenzione idraulica anche sulla sponda sinistra del fiume Natisone, mediante la movimentazione di sedimenti e la costruzione di difesa spondale di massi in comune di Turriaco, con una spesa di 480 mila euro.  Sarà infine realizzato un intervento di manutenzione del rio Grojna, e rifatto un ponticello in comune di Gorizia, con un intervento da 150 mila euro.  .  “Tali interventi – spiega Vito – hanno l’obiettivo di prevenire e ridurre il rischio di allagamenti ed esondazioni, che possono causare pericolo per i cittadini e danni all’ambiente, e nuocere allo sviluppo economico dei territori colpiti”.  I cambiamenti climatici in atto, la crescente urbanizzazione del territorio, l’incremento delle attività economiche nelle pianure alluvionali, la variazione dell’uso del suolo, contribuiscono a elevare il rischio dei fenomeni di piena in conseguenza della ridotta capacità di tenuta e di invaso dei terreni.   Un rischio, che viene elevato dalla particolare intensità e localizzazione dei fenomeni meteorologici.  “A questa nuova condizione dell’ambiente – commenta Vito – si cerca di porre rimedio adottando le misure volte alla riduzione del rischio idraulico, com’è previsto dalla direttiva comunitaria 2007/60/CE che reca disposizioni per la valutazione e la gestione del rischio di alluvioni attraverso interventi di manutenzione del territorio”.

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