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Regione

Salvaguardare i castagneti in Fvg, proposta di legge

«Troppi sono abbandonati o hanno subito danni dal cinipide e dal cancro del castagno»

Una proposta di legge per favorire interventi di ripristino, recupero, manutenzione e salvaguardia dei castagneti: ad annunciarne il deposito è la prima firmataria, la consigliera regionale di Forza Italia, Mara Piccin. “I castagneti – osserva la forzista nella sua nota – rappresentano per la nostra Regione una ricchezza in termini di biodiversità che dobbiamo valorizzare e salvaguardare, invece molti sono abbandonati oppure hanno subito danni dal cinipide e dal cancro del castagno, quest’ultimo favorito anche dagli squilibri climatici degli ultimi anni”.

 

“La nostra proposta di legge – continua la Piccin – prevede la concessione di contributi ai proprietari o ai conduttori per il ripristino colturale e produttivo dei castagneti da frutto abbandonati e di quelli non in attualità di coltura, per il loro miglioramento bioecologico, selvicolturale e produttivo, per la loro difesa dagli ungulati (in particolare dai cinghiali) e per il recupero di strutture edilizie rurali da utilizzare per il deposito e la lavorazione delle castagne”.

 

“Inoltre, il progetto prevede l’istituzione di un tavolo tecnico composto da soggetti pubblici e privati, con il compito di elaborare un Piano castanicolo delle misure da realizzare in Friuli Venezia Giulia. Ancora, tenuto conto della multifunzionalità dei castagneti, si intende impegnare la Regione a favorire azioni di promozione delle filiere castanicole e a sostenere attività di ricerca, informazione e formazione professionale”.

 

La consigliera sottolinea “l’importanza del castagno dai punti di vista storico-culturale, paesaggistico-ambientale e produttivo.

L’Italia è uno dei principali produttori mondiali di castagne, primo esportatore per valore degli scambi e secondo per quantità dopo la Cina. In Fvg, come da mappatura Ersa del 2019, le maggiori concentrazioni di castagno si trovano nelle Prealpi Giulie (tra Artegna e la valle dello Judrio e nei boschi del Collio goriziano) e nelle Prealpi Carniche (in particolare tra Sarone e Giais), ma anche nella pianura pordenonese e nella Pedemontana tra Meduna e Tagliamento, senza trascurare gli esemplari della Val Rosandra e di altre zone”.

 

“Sono presenti anche piante secolari, appartenenti a una decina di varietà per la maggior parte diverse da quelle presenti nelle principali aree di coltura italiane. Un patrimonio – conclude la Piccin – tutto da riscoprire e valorizzare”.

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