Abbonati subito per rimanere sempre aggiornato sulle ultime notizie
Regione

Sicurezza sul lavoro, Friuli maglia nera

Ben 17 vittime nella sola provincia di Udine nel 2018. Il numero degli infortuni è aumentato del 3,92% (la media nazionale è stata dello 0,92%). 40 i firmatari del Protocollo sicurezza. 250 mila euro per nuovi corsi. 100 mila per la formazione nell’edilizia

Nel 2018 il Friuli Venezia Giulia è stato maglia nera per quanto concerne la sicurezza sul posto di lavoro. Il dato è emerso nel corso dell’audizione di oggi richiesta all’assessore Alessia Rosolen dal Movimento 5 Stelle in Regione. Il numero degli infortuni è aumentato del 3,92% (la media nazionale è stata dello 0,92%). Dai dati Inail risulta che a Udine va il triste primato di ben 17 vittime, sette in più del 2017. Sei le morti in provincia di Pordenone, quattro in quella di Gorizia, due a Trieste. Numeri ancora più gravi riguardano gli infortuni con 17.246 feriti nel 2018 rispetto ai 16.600 dell’anno precedente. Tutto ciò non può che destare grande preoccupazione. 

“Da tempo seguiamo la problematica degli infortuni e dei decessi sul luogo di lavoro – ha spiegato il consigliere regionale Cristian Sergo in sede di II Commissione-. I dati ci evidenziano una situazione grave cui è doveroso porre rimedio quanto prima per un’auspicata inversione di tendenza. Ci siamo interrogati più volte su quali strumenti si debbano mettere in atto anche dal punto di vista legislativo. Tenuto conto che la competenza primaria in materia è dello Stato, abbiamo sempre ritenuto che una legge regionale possa rappresentare più un mero esercizio di propaganda che non un valido strumento per i soggetti che si occupano di prevenzione e vigilanza sui luoghi di lavoro”.  Il vero problema, secondo l’esponente M5S, è che “come al solito in Italia abbiamo tante normative ma poco personale per la loro attuazione e per le verifiche all’interno delle aziende. La manovra del Governo nazionale finalmente prevede un serio piano triennale di assunzioni per il personale dell’Ispettorato nazionale del Lavoro e ci auguriamo che questo porti a un incremento dei controlli e delle verifiche anche sul nostro territorio”. 

Sergo evidenzia i dati che riguardano l’attività di vigilanza congiunta tra gli enti di controllo: “Sono numeri abbastanza eloquenti se pensiamo che nel 2017 sono state effettuate circa 140 visite di cui 110 riguardano il settore dell’edilizia.   

“Sconfortante il dato dell’Isontino la cui Azienda Sanitaria, a causa della notevole carenza di organico, non può programmare sul territorio alcun intervento poiché le risorse umane sono integralmente impiegate in altre attività. Per quanto riguarda la Bassa friulana, i soli 5 interventi previsti sono relativi a cantieri stradali. 

“Apprezziamo l’iniziativa degli assessori Rosolen e Riccardi di firmare un protocollo con le parti sociali e i soggetti coinvolti nella prevenzione al fine di promuovere la cultura della sicurezza e della legalità nei luoghi di lavoro – aggiunge il consigliere -. Le nostre preoccupazioni sollevate nel corso dell’audizione, sono legate al fatto che, oltre al cosiddetto Comitato di pilotaggio istituito dal protocollo, che dovrebbe facilitare le relazioni e la collaborazione permanente tra le parti in un’ottica di rete e individuare possibili progetti di intervento, esiste già il Comitato regionale di coordinamento. Lo stesso avrebbe dovuto riunirsi quattro volte l’anno e invece dal 2015 a oggi si è riunito soltanto in quattro occasioni. “I nostri lavoratori, più che di comitati, hanno bisogno di corsi di formazione più frequenti, di controlli sulle condizioni in cui si trovano a operare e quindi di maggiori risorse e personale dedicato a questo scopo”. 

“Quanto accaduto lunedì scorso a Budoia, dove un ragazzo di 25 anni è rimasto vittima di un incidente sul lavoro, ci porta a riflettere, aggiunge il consigliere regionale M5S, Mauro Capozzella. “È auspicabile quindi che, al di là del dovuto cordoglio, si intervenga con decisione su un tema gravissimo, per garantire a tutti i nostri lavoratori di poter adempiere al proprio dovere con la consapevolezza che noi ci occuperemo di assicurare loro il diritto inalienabile della salute – conclude Capozzella -. Il paradosso a cui assistiamo con questa Giunta è lo stanziamento di più di 4 milioni per la pubblica sicurezza, fatta di telecamere, spray urticanti e bastoni estensibili, piuttosto che incrementare le risorse dedicate alla sicurezza sul lavoro”.

“Questo Protocollo è soprattutto frutto di condivisone e responsabilità”, ha rimarcato la Rosolen. “All’inizio la partecipazione è arrivata solo dalle organizzazioni sindacali e da Inail e Inps, poi la sottoscrizione è arrivata in maniera autonoma da oltre 40 soggetti, secondo un percorso mai iniziato prima di verifica delle azioni che la politica può mettere in campo perché mancava un quadro complessivo e coordinato entro cui agire. Le attività a cui si mira sono legate alla diffusione della cultura della prevenzione e della sicurezza e, parimenti, alla diffusione della cultura della qualità e della regolarità del lavoro. Perciò sì alla prevenzione, al potenziamento della formazione, al rafforzamento delle misure per il reinserimento delle persone colpite da infortunio nel lavoro, al contrasto al dumping sociale, a controlli coordinati e incrociati nei cantieri, allo sviluppo di competenze e di responsabilità da parte del sistema scolastico regionale.   

Per quanto attiene le risorse e le azioni, la Rosolen ha parlato dei 250mila euro del Fondo sociale europeo per un nuovo bando che sta uscendo per corsi di formazione sulla sicurezza e sulla qualità della vita lavorativa, dedicati a dipendenti e amministratori di impresa (l’idea – ha spiegato – è di ampliare la platea e dare percorsi formativi ulteriori a chi già si occupa di salute e sicurezza sul lavoro). Accanto a ciò – ha proseguito – c’è il percorso della legalità e regolarità del contratto di lavoro, con attenzione al dumping sociale, alla concorrenza sleale, all’erogazione degli ammortizzatori e alla verifica di appalti e subappalti ovvero del personale che viene impiegato, il tutto attraverso controlli coordinati e dati incrociati che permettono di valutare la qualità dei contratti stipulati. 

Infine, la Rosolen ha menzionato l’accordo con le casse edili dell’utilizzo di 100mila euro per percorsi di formazione destinati a tutti i lavoratori dell’edilizia, anche quelli momentaneamente senza lavoro; il tema del reinserimento lavorativo, per il quale l’Inail ha già richiesto il primo tavolo del Comitato di Pilotaggio, la cui riunione avverrà ad aprile; la presa in considerazione delle malattie professionali; l’ulteriore accordo previsto nel Protocollo per quanto attiene la qualità e la sicurezza contrattuale di appalti e sub-appalti, con una bozza già preparata con gli assessori Roberti e Pizzimenti e i sindacati per gli impegni da prendere in questo settore. 

Articoli correlati