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Salute

Come sta la sanità del Friuli-V.G.? Non in salute

Il malessere è evidenziato dall’annuale indice di performance sanitaria: scendiamo dal 10° al 12° posto, ultimi del Nord Italia e appena un soffio sopra i sistemi sanitari regionali considerati più gravemente ammalati, tutti del Centrosud Italia. I dati peggiori? Il costo degli organi dirigenziali e le troppe famiglie costrette a rinunciare alle cure per motivi economici

Nel 2016 il sistema sanitario regionale del Friuli-Venezia Giulia ha perso due posizioni nella classifica nazionale (dal 10° al 12° posto), posizionandosi in un area di mediocrità tendente al deterioramento: lo denuncia l’Ips, l’indice di performace del sistema sanitario elaborato ogni anno dall’istituto di ricerca “Demoskpika” ( e scarica dagli allegati, in fondo all’articolo, le tavole con tutti i dati classificati per regione), che definisce la sanità friul-giuliana come “influenzata”, appena sopra alle regioni definite “malate” in modo conclamato. È il Piemonte, la regione in testa per efficienza del sistema sanitario italiano, strappando la prima posizione al Trentino Alto Adige, mentre la Calabria si conferma la regione “più malata” del paese. In totale sono quattro le realtà territoriali definite “sane”, nove le aree “influenzate” e ben sette le regioni “malate”.

Ma quali sono i fattori di debolezza del Friuli-Venezia Giulia? Sette gli indicatori adottati dalla ricerca con le rispettive fonti. In primo luogo la soddisfazione sui servizi sanitari (), che risulta tra le voci meno deludenti per la nostra regione: il 41,2% del campione è soddisfatto dei servizi sanitari e ciò permette al Friuli-Venezia Giulia di piazzarsi all’8° posto e riuscendo a precedere due regioni importanti come il Veneto (al 9° posto col 39,5% di soddisfatti) e la Toscana (39,2% di soddisfatti). Per la cronaca, le tre regioni leader superano tutte il 50%: Trentino-Alto Adige (58,9%), Valle d’Aosta (50,6%) ed Emilia Romagna (50,2%). Secondo indicatore è la mobilità attiva, vale a dire il numero di pazienti di altre regioni che si sono serviti degli ospedali del Friuli-V.G: In questo caso il risultato è modesto, con 8.512 pazienti attratti che, rapportati alla popolazione, ci pongono all’11° posto in Italia. Vi è poi lamobilità passiva, ovvero il numero di ammalati che dal Friuli-V.G. emigrano in strutture sanitarie extraregionali. In questo caso il Friuli si piazza a metà classifica al 9° posto, con 6.377 pazienti in fuga. Quarto indicatore è la quota di famiglie impoverite a causa delle spese socio-sanitarie, stimata dall’Istat. Qui il dato è molto grigio, con 6.700 nuclei familiari (l’1,19% delle famiglie friulane e giuliane) e ci piazza al 12° posto in Italia. Ancor peggio il dato della spesa sanitaria, che ci vede al 14° posto in Italia, ad un passo dai peggiori. E’ di 1.913 euro pro capite la spesa per la sanità e, visti i risultati, ma non è questo il problema, perché tutte le regioni con sanità eccellente spendono tanto: Il Trentino –Alto Adige è la peggiore con una spesa di 2.198 per ogni suo cittadino, ma ciò si associa con l’elevata performance in termini di qualità. La fotografia scattata da Demoskopika da noi invece parla di spese alte per performance mediocri. Ulteriore indicatore sono le spese legali al netto delle ritenute per liti, da contenzioso e da sentenze sfavorevoli, un indice delle litigiosità e quindi dei problemi e contenziosi sollevati dalle cure. In questo caso il Friuli-Venezia Giulia è in buona posizione, all’8° posto, spendendo 1,87 euro pro capite per le liti (in tutto 2 milioni 296.311 euro). Infine i costi della politica sulla sanità ( ). Questa è la peggiore performance che pone il Friuli-V.G al 15° posto in Italia, con una spesa pro capite di 7,21 euro (in totale 8 milioni 847.738).

Insomma una sanità che produce risultati mediocri e poco equi verso le famiglie più povere, ma che costa come i migliori sistemi sanitari regionali. Una “fotografia” abbastanza sgradevole che sicuramente infiammerà ancor più il dibattito sulla riforma sanitaria Telesca, visto che tutti i dati utilizzati sono riferiti al biennio 2015-2016 nel quale la giunta Serracchiani ha già messo mano al suo nuovo modello di sanità.

Clamorosa bocciatura nell’annuale indagine dell’Istituto di ricerca nazionale Demoskopika

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