È stata questione di un attimo. «Appena si è accorto dell’emergenza non ci ha pensato due volte: ha iniziato a correre e si è tuffato in acqua per salvare l’uomo che stava annegando». Mentre racconta, Giampiero Adami non nasconde una nota di orgoglio nella voce. E a ragione. Educatore della comunità per minori stranieri non accompagnati di Casa dell’Immacolata, Adami, domenica 15 giugno, si trovava sulla sponda destra del lago dei Tre Comuni, insieme a sette ragazzi egiziani. «La domenica – spiega – con brevi gite, facciamo loro conoscere il territorio. Sono momenti che hanno uno scopo educativo, sono un’occasione concreta per mostrare come ci si comporta nei diversi contesti: come si chiedono informazioni o come si compra un gelato». Tutti aspetti della vita quotidiana per nulla scontati per un adolescente, tanto più se proviene da un’altra cultura.
«Verso le 13 – prosegue Adami – stavamo scattando una foto quando abbiamo sentito grida d’aiuto. Un uomo, pagaiando, aveva perso il controllo della canoa che si era ribaltata: stava annegando». È in quel momento che Abdeldayem – diciasettenne, da appena sei mesi a Casa dell’Immacolata – si è tuffato in acqua. «La persona era nel panico, ma Ahmed è riuscito a gestire la situazione, tenendo l’uomo nella maniera corretta per portarlo a riva. Gli ho perfino chiesto se avesse nozioni di salvataggio, ma era la prima volta che faceva una cosa del genere. Quando si è tuffato anche gli altri lo hanno seguito».
Una volta a riva e passato lo spavento, la comitiva di austriaci di cui l’uomo faceva parte si è avvicinata ai ragazzi per ringraziarli. «Abdeldayem – conclude Adami – è uno dei tanti ragazzi che con impegno stanno costruendo il proprio futuro in Italia, un ragazzo meritevole che sta imparando bene l’italiano e che come tutti ha progetti e sogni: vorrebbe fare il calciatore. Ed è pure bravo, ha giocato anche nell’Ancona calcio!».
Anna Piuzzi