È stato un incontro partecipato e coinvolgente quello che domenica 11 maggio 2025 ha animato l’Auditorium della scuola media di Paularo, dove è stato presentato il nuovo libro di Cristina Noacco, “Acque vive. La via dei fiumi in Friuli Venezia Giulia”. L’evento è stato reso possibile dall’impegno dell’Amministrazione comunale di Paularo, in collaborazione con CAI Ravascletto, gli Amici della Montagna di Paularo e il Bergsteigerdörfer Paularo.
Il libro, frutto di lunghi cammini e immersioni nei paesaggi fluviali regionali, racconta i principali corsi d’acqua del Friuli Venezia Giulia – dal Piave al Rosandra – restituendone la ricchezza, la varietà, la fragilità. Ogni fiume è un mondo a sé, con le sue storie, le sue voci, le sue comunità. «L’acqua – ha ricordato Del Piccolo – non esclude nulla. È un invito a non scartare niente e nessuno. Ogni goccia entra nel grande sistema che tiene insieme tutto e tutti».
Il ricordo dei menàu
Durante l’evento è stato proiettato anche un video realizzato dall’autrice, che ha accompagnato le immagini con musiche, letture e una narrazione visiva intensa. Una delle parti più toccanti è stata dedicata ai torrenti della Carnia e a una figura centrale della sua storia: il menàu, boscaiolo che si occupava della fluitazione del legname. Un mestiere duro, che richiedeva forza, coraggio e spesso esponeva a gravi pericoli. Non pochi, infatti, perdevano la vita travolti dai tronchi stessi, in un sacrificio silenzioso che oggi la memoria rischia di cancellare. Con sensibilità, Noacco ha restituito dignità e voce a questi uomini, intrecciando poesia e verità storica.
A rendere unico il racconto è anche la forma scelta da Noacco: una narrazione affidata a tre personaggi simbolici – Michele, Matteo ed Elena – che rappresentano rispettivamente la montagna, la pianura e il mare. Attraverso i loro passi si ricompone un Friuli plurale, attraversato da acque “vive”, divise in cinque grandi famiglie: le acque operose dell’occidente, quelle di risorgiva, i corsi intermittenti del medio Friuli, i torrenti della Carnia e le acque di confine dell’est regionale.
Poesia, storie, antichi saperi, identità

Non mancano le sorprese: l’autrice esplora non solo a piedi, ma anche dal cielo con il deltaplano , scatta fotografie, raccoglie disegni, versi, leggende e testimonianze. «Cristina salva storie – ha detto ancora Del Piccolo – e ci restituisce una civiltà sostenibile, fatta di saperi antichi e ingegno semplice. Ci ricorda che ogni gesto quotidiano ha bisogno di poesia, se vuole essere all’altezza della nostra storia».
Il pubblico presente ha potuto apprezzare anche un accompagnamento musicale e di letture a cura di Raul Screm, che ha impreziosito l’evento rendendolo un vero e proprio viaggio sensoriale.
Alla fine, “Acque vive” non è solo un libro sui fiumi, ma una guida spirituale al nostro essere parte di un tutto. Un invito a riscoprire l’identità attraverso ciò che scorre, collega, trasforma. Come l’acqua.
Bruno Temil