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Chiesa

“Affidiamoci a Dio con l’umiltà dei poveri in spirito”

Non bisogna “appesantirsi nell’opacità della consumazione vorace del più ho più voglio. Questo uccide l’anima: l’uomo e la donna che fa questo non è felice e non arriverà alla felicità”. Lo ha affermato Papa Francesco, nella breve catechesi che ha preceduto l’Angelus, dedicata oggi all’esaltazione evangelica dei “poveri in spirito”. 

Non bisogna “appesantirsi nell’opacità della consumazione vorace del più ho più voglio. Questo uccide l’anima: l’uomo e la donna che fa questo non è felice e non arriverà alla felicità”. Lo ha affermato Papa Francesco, nella breve catechesi che ha preceduto l’Angelus, dedicata oggi all’esaltazione evangelica dei “poveri in spirito”. Per il Papa, “la felicità dei poveri in spirito ha una duplice dimensione: nei confronti dei beni e nei confronti di Dio. Riguardo ai beni materiali essa – ha spiegato – è sobrietà: non necessariamente rinuncia, ma capacità di gustare l’essenziale, di condivisione; capacità di rinnovare ogni giorno lo stupore per la bontà delle cose”. 

“Un cristiano non si ostina sulle proprie opinioni, ma ascolta con rispetto e si rimette volentieri alle decisioni altrui”, ha detto Bergoglio commentando tra le Beatitudini del Vangelo quella che esalta i “poveri in spirito”. “Se nelle nostre comunità  ci fossero più poveri in spirito, ci sarebbero meno divisioni, contrasti e polemiche!”. Secondo Francesco, “l’umiltà, come la carità, è una virtù essenziale per la convivenza nelle comunità cristiane”. “Il povero in spirito – ha ricordato – è colui che ha assunto i sentimenti e l’atteggiamento di quei poveri che nella loro condizione non si ribellano, ma sanno essere umili, docili, disponibili alla grazia di Dio”. 

“Vorrei rinnovare la mia vicinanza alle popolazioni dell’Italia Centrale che ancora soffrono le conseguenze del terremoto e delle difficili condizioni atmosferiche. Non manchi a questi nostri fratelli e sorelle il costante sostegno delle istituzioni e la comune solidarietà. E per favore, che qualsiasi tipo di burocrazia non li faccia aspettare e ulteriormente soffrire”.

All’Angelus il Papa ha espresso vicinanza alle popolazioni del Centro Italia colpite dal terremoto e dal maltempo

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