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Economia

Anche il Friuli è già al fronte. E il PIL cresce con navi e droni

Nei giorni scorsi i Paesi della Nato hanno concordato di aumentare la spesa per la difesa al 5% del Pil entro 10 anni (2035), con il 3,5% del Pil da spendere in spese di difesa di base più l’1,5% da investire in tecnologie a duplice uso (spazio, cyber, infrastrutture fisiche e digitali).

Grazie a due navi per la Marina italiana, il titolo Fincantieri nei giorni scorsi è volato. Il colosso della cantieristica navale, che contribuisce in proporzioni rilevanti alla formazione del Prodotto interno del Friuli-Venezia Giulia, ha annunciato due nuove maxicommesse (700 milioni di euro totali) per due “Multipurpose Combat Ship” da consegnare alla Marina italiana. Risultati in Borsa dopo l’annuncio, per Fincantieri: il titolo arriva a un +6%, e ora viaggia a 15,2 euro per azione. Da inizio anno ha guadagnato oltre il 120%. Negli ultimi 12 mesi il 239%. All’effetto delle maxi commesse si aggiunge quello della geopolitica e delle tensioni internazionali, che da tempo premiano le società attive nella Difesa.

Il Pil del Fvg, secondo le analisi dell’Ufficio Studi di Confindustria Udine, dopo essere aumentato in volume dello 0,5% nel 2024, è previsto decelerare allo 0,4% nel 2025 e crescere dello 0,7% nel 2026. Quest’anno dovrebbe avvicinarsi ai 47 miliardi di euro. La maxi-commessa della Marina è solo l’ultima di una lunga serie di intese multimilionarie.

Servizio completo, a firma di Francesco Dal Mas, sul numero de La Vita Cattolica del 2 luglio 2025.

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