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Autismo, a Feletto posa della prima pietra per il villaggio delle famiglie

Per noi non sarà solo la posa di una prima pietra, ma l’apertura di uno scenario nuovo». Così Elena Bulfone, presidente dell’associazione Progettoautismo Fvg, definisce la cerimonia che, lunedì 10 novembre, in via Perugia 7 a Feletto Umberto, alle ore 17.30, segnerà l’avvio della costruzione del Villaggio di cohousing “Enzo Cainero” per il “durante” e “dopo di noi”.
Si tratta di un compendio con 32 alloggi in cui persone autistiche vivranno assieme ai loro genitori, anche anziani, ma anche ad eventuali fratelli ancora in famiglia. Altri 8 alloggi saranno per gli assistenti specializzati e le loro famiglie. «In Italia – prosegue Bufone – le esperienze di cohousing per la disabilità si contano sulle dita di una mano. E nessuna unisce figli con autismo e genitori anziani. In Europa esistono esempi, ma separano gli spazi. Noi abbiamo scelto la non separazione. È un “unicum”, capace di garantire cura e convivenza familiare anche nella fragilità».
Il «sogno» da tempo custodito da Progettoautismo «si potrà realizzare – sottolinea Bulfone – grazie all’apporto fondamentale della Regione Friuli-V.G., dei tanti donatori privati (tantissime imprese, professionisti, finanza etica e persone di buon cuore) e al lavoro dei volontari della Fondazione Progettoautismo Fvg. Un grazie speciale all’Associazione nazionale Alpini, alla Briata Alpina Julia, all’8° Reggimento Alpini e alla Fondazione Don Gnocchi, che cammina con noi da anni».
Il villaggio ha un costo di 10 milioni, di cui 5 sono stati garantiti dalla Regione, mentre la parte restante è a carico della Fondazione che negli anni ha organizzato numerose raccolte fondi a questo scopo. «Siamo a tre quarti, ci manca quindi l’ultimo “pezzettino” per coprire la totalità della spesa, per questo sollecitiamo tutti i donatori di buona volontà che desiderino sostenerci a darci una mano».
Progettato dallo studio dell’architetto Diego De Stalis, il villaggio oltre agli alloggi prevede spazi comuni per incontri, servizi sanitari, lavanderia, ambulatorio, palestra, orti condivisi e sarà dotato delle più moderne tecnologie: dal solare al fotovoltaico, ai sistemi di recupero acque. Il cantiere si svilupperà in tre tappe, per concludersi, auspicabilmente, nel giro di tre anni e mezzo.
La scelta delle famiglie che potranno accedere verrà fatta, spiega Bulfone, «attraverso un regolamento attuativo che è in fase di redazione. Daremo certamente priorità a chi è già assistito dalla nostra Fondazione (98 sono le persone che abbiamo in carico), ma ci sarà una parte che lasceremo alle richieste del territorio».
Le abitazioni resteranno di proprietà della Fondazione, che provvederà alla rotazione alla morte dei residenti. Non sarà neppure previsto un affitto, «saranno però chiesti dei contributi per i servizi di pulizia o di cucina a quelle famiglie che avranno difficoltà tali da non poter provvedere ad essi. Non chiederemo a Regione, Comune o Azienda sanitaria ulteriori fondi per l’assistenza che sarà a carico delle famiglie».
Alla posa della prima pietra del 10 novembre interverranno il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, l’assessore alla Sanità, Riccardo Riccardi, il prefetto di Udine, Domenico Lione, Vincenzo Barbante, presidente della Fondazione Don Gnocchi, Sebastiano Favero, presidente nazionale dell’Ana, il generale Francesco Maiorello, comandante della Brigata Alpina Julia, il colonnello Lorenzo Rivi, commandante dell’8° Reggimento Alpini, e due testimonial: Elio, di Elio e le Storie tese, da sempre amico di Progettoautismo, e il giornalista Toni Capuozzo. Assieme a loro Andrea Cainero, figlio di Enzo cui il villaggio è dedicato, la campionesa Chiara Cainero e il ciclista Elia Viviani con la moglie Elena Cecchini, anch’’essa ciclista.
«Enzo Cainero – conclude Bulfone – era una persona che ci ha sempre aiutato moltissimo, un sognatore di imprese incredibili, dai più ritenute impossibili, ma che poi avevano un esito meraviglioso. Per questo abbiamo voluto ispirarci a lui».

Stefano Damiani

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