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Bonus auto 2024. È veramente un aiuto per i consumatori?

Dopo mesi di attese il 25 maggio è stato pubblicato in gazzetta il decreto legge 39/24 che permetterà di poter beneficiare dei bonus auto a chi riuscirà ad accedervi. Sono infatti disponibili risorse pari a 950 milioni di euro a cui si aggiungono 50 milioni per i veicoli per l’anno in corso, stanziati dalla legge 30 dicembre 2020, n. 178, per un totale di un miliardo di euro.

Com’era prevedibile, le risorse messe in campo per le auto elettriche sono finite in meno di nove ore, mentre più a rilento vanno quelli per le auto ibride plug-in e ibride.

Il fine di questi bonus è quello di incentivare l’acquisto di auto con un basso impatto ambientale a fronte della rottamazione di vetture inquinanti. Viene infatti agevolato l’acquisto di auto elettriche, ibride plug-in e a motore termico con un livello di emissioni di CO2 fino a 135 gr/km, nonché di motocicli e ciclomotori elettrici e non elettrici e di veicoli commerciali leggeri. In particolare 240 milioni di euro sono destinati ad incentivare l’acquisto di vetture elettriche che quindi rientrano nella fascia di emissioni di CO2 comprese tra 0 e 20 g/km con prezzo pari o inferiore a 35 mila euro, Iva esclusa. Senza rottamazione invece è previsto un bonus di 6mila euro nella fascia 0-20 e di 4mila nella fascia 21-60. Rottamando un Euro 4 si potrà beneficiare di 9mila euro nella fascia 0-20, 5.500 nella 21-60 e 1.500 nella 61-135. Per quanto riguarda invece le autovetture ibride plug-in sono stati stanziati 150 milioni di euro. Con emissioni di Co2 tra 21 e 60 g/km l’incentivo è destinato all’acquisto di vetture con prezzo pari o inferiore a 45mila euro Iva esclusa con un contributo di 4mila euro, a cui si aggiungeranno ulteriori 4mila se si rottama un veicolo da Euro 0 a Euro 2, o ancora 2 mila euro se Euro 3 o 1.500 se Euro 4. Ulteriori somme sono destinate all’acquisto dell’usato (20 milioni), dei veicoli commerciali leggeri (53 milioni) e del noleggio (50 milioni).

La novità rispetto al passato è data da un aumento dell’incentivo del 25% per singoli componenti di un nucleo familiare con Isee sotto 30mila euro: questo significa che per le auto elettriche il contributo potrà arrivare fino a 13.500 euro.

La norma introduce un incentivo per l’installazione di nuovi impianti bifuel (cioè GPL o metano) per autotrazione su autoveicoli di classe fino a Euro 4: il contributo in tali casi è pari a 400 euro per gli impianti a GPL e 800 euro per quelli a metano

Il bonus sarà utilizzato da parte del consumatore attraverso lo sconto in fattura mentre il concessionario o il rivenditore dovranno inoltrare la domanda sulla nuova piattaforma Ecobonus di Invitalia a cui seguirà conferma in base alla disponibilità residua del fondo. Il costruttore a sua volta rimborserà al concessionario il contributo erogato e riceverà da quest’ultimo la documentazione per recuperare il contributo rimborsato come credito d’imposta

I nuovi bonus auto erano attesi dal mercato ma ciò non toglie che i rincari da capogiro del prezzo delle autovetture sta mettendo a dura prova la capacità di spesa di molte famiglie. Dal 2019 al 2023 il prezzo dei veicoli di media è aumentato del 20% per una serie di fattori congiunturali e non. Anche il prezzo dell’usato ha subito un’impennata data sia dalla poca disponibilità di veicoli nuovi, che dai tempi di attesa molto lunghi per ricevere l’autovettura di prima immatricolazione nonché dalle innumerevoli problematiche che veicoli elettrici e non, ma sempre più digitali e complessi, stanno accusando. Basti un dato per comprendere la sfiducia dei consumatori verso l’elettrico e quindi verso la transizione ecologica nell’automotive: in Italia le auto full-electric immatricolate nel 2023 sono state il 4,2% del totale, ben lontano da quanto avvenuto in altri paesi europei quali Olanda (oltre 30%), Germania (oltre 18%), UK (16,5%) Francia (circa 15%) e Spagna (circa 5%).

I bonus appena varati probabilmente non avranno la forza di cambiare la rotta, e speriamo che non abbiano neppure l’effetto di far lievitare ancora i prezzi! Ovviamente Consumatori Attivi, anche attraverso l’associazione nazionale Consumerismo, sta vigilando sul mercato, raccogliendo molte segnalazioni dei consumatori.

Non si prevedono al momento cambiamenti significativi nel 2024.

Barbara Puschiasis
Presidente Consumatori attivi

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