Era il rifugio antiaereo dell’ospedale militare di Udine: costruito nel 1938, composto da 5 locali sotterranei che potevano ospitare fino a 200 persone, era munito di energia elettrica e di collegamento telefonico.
Era il rifugio antiaereo dell’ospedale militare di Udine: costruito nel 1938, composto da 5 locali sotterranei che potevano ospitare fino a 200 persone, era munito di energia elettrica e di collegamento telefonico. Il bunker di via Pracchiuso è rimasto interrato, dimenticato e coperto di erbacce fino ad oggi: non sarà eliminato completamente, come era previsto nel primo progetto di riqualificazione, ma sarà in parte preservato per essere accessibile e visitabile all’interno di quella che diventerà la nuova area verde del borgo aperta al pubblico.
Merito dell’amministrazione comunale, degli appelli della stampa locale, Messaggero Veneto in primis, e anche di Mauro Martini, titolare dell’impresa che sta realizzando i lavori e appassionato di storia. È stato proprio lui a guidare la visita al cantiere di via Pracchiuso e in particolare alla porzione di bunker perfettamente conservato che sarà preservato, circa una stanza e mezza con due accessi verso l’esterno.
Erano presenti stamattina per il sopralluogo al cantiere l’assessore regionale alle infrastrutture Graziano Pizzimenti, l’assessore comunale alla sicurezza Alessandro Ciani, l’assessore comunale alla sanità Giovanni Barillari e il direttore del Distretto sanitario di Udine Luigi Canciani, il direttore regionale del demanio Fabio Pisa con il suo collaboratore Manuel Rosso, il colonnello Felice Pierini comandante del Cedoc, il presidente de La Quiete Stefano Gasparin con il consiglio di amministrazione.
“È una bella sorpresa aver ritrovato una testimonianza così importante per la storia della città e del territorio – ha commentato Pizzimenti – I lavori procedono celermente mentre l’abbattimento del muro ha già cambiato profondamente l’aspetto del quartiere: diventerà più vivibile e vedrà aumentare anche il valore degli immobili”.
In circa 20 giorni, infatti, è stata completata la demolizione di alcuni immobili e del muro che per decenni ha separato via Pracchiuso e il suo borgo dalla zona militare della caserma Reginato.
“L’amministrazione comunale ha creduto fin da subito in questo progetto: – ha sottolineato l’assessore Ciani – saprà dare non solo una risposta alla crescente domanda di assistenza legata all’allungamento delle aspettative di vita ma anche un contributo importante allo sviluppo di borgo Pracchiuso e dell’intera città di Udine. Una doppia funzione quindi, da un lato sociale e dall’altro di indotto economico, a cui oggi si aggiunge il grande valore storico del bunker che sarà salvato”.
“La Quiete è e deve continuare ad essere il punto di riferimento per l’assistenza di eccellenza agli anziani: non solo quelli che vivono nella Asp di via S. Agostino, ma per tutti – ha commentato l’assessore Barillari – quest’opera riqualifica il borgo e l’intera città e rientra perfettamente nella missione di una struttura come La Quiete che mette al centro del proprio operato la qualità della vita delle persone più fragili, bisognose di assistenza e di serenità.”
Il progetto, infatti, parte da un’idea di riqualificazione urbana per creare una zona di incontro e condivisione tra generazioni: l’area verde sarà dotata di una lunga panca per sedersi, facilmente accessibile anche a persone con ridotte capacità motorie, come gli ospiti della Asp di via S. Agostino. L’investimento è di 1,4 milioni di euro in totale, metà a carico de La Quiete, l’altra metà finanziati dalla Regione e i lavori termineranno entro la primavera del 2020.
Oltre alla ristrutturazione dell’edificio dei cosiddetti “ex infettivi” dove saranno realizzati gli uffici della Asp, grazie ad un ulteriore contributo della regione di 1 milione di euro approvato dall’Assessore Pizzimenti all’interno della finanziaria 2018, si realizzeranno le opere di separazione tra Quiete, demanio e Cedoc con le relative demolizioni necessarie, in parte già avvenute.