Cala la propensione ad espatriare dei laureandi dell’Università di Udine per continuare la carriera universitaria o per iniziare quella lavorativa. La stima sui dati raccolti tra i laureandi nel 2024 è del 35,1%, nel 2023, in tardo periodo pandemico, era del 35,6%. Il decremento è attribuibile all’indecisione dei laureandi che l’anno scorso ha raggiunto il 29%, rispetto al 28,5% del 2023. Valori comunque inferiori al picco massimo del 30,2% del 2020. Sull’indecisione pesa l’instabilità internazionale che ha raffreddato l’intenzione di andare all’estero, facendo aumentare l’incidenza di chi rinvia la decisone a dopo la laurea. In miglioramento il dato sulla differenza di genere. Nel 2024, infatti, la propensione dei laureandi è del 37,5%, quella delle laureande del 33,2%, con una differenza di 4,3 punti percentuali, in calo rispetto ai 5,3 registrati l’anno precedente.
In sintesi, se nel biennio 2018–2019 la propensione all’espatrio complessiva – cioè comprensiva dei corsi di laurea triennali, magistrali e a ciclo unico – era ampiamente superiore al 40%, con il picco del 43,3% nel 2018, dal 2020 è scesa sotto il 36% e non si è ancora rialzata.
Interviste a 2967 laureandi
L’indagine sui laureandi dell’Ateneo udinese, unica nel suo genere nelle università italiane, è stata elaborata sui dati raccolti tra i 2967 laureandi che hanno fatto domanda di laurea nel 2024. La ricerca è iniziata nel 2018 all’interno del progetto Cantiere Friuli ed è curata da Gian Pietro Zaccomer. Dall’inizio a oggi, l’indagine ha raccolto circa 23mila questionari.
«Questa indagine censuaria – evidenzia il rettore Roberto Pinton – grazie alla sua profondità e continuità nel tempo fornisce ogni anno utili indicazioni per indirizzare in maniera più efficace le azioni dell’Ateneo nell’orientamento in ingresso, nella programmazione dell’offerta didattica e nell’inserimento nel mondo del lavoro dei nostri giovani laureati».
In particolare, «le stime preliminari del 2024 – spiega il professor Zaccomer – sono state alquanto sorprendenti poiché l’anno scorso viene considerato da molti analisti il primo vero e proprio anno di ripartenza, durante il quale molti indicatori hanno recuperato i livelli pre-pandemici, a partire dalla mobilità turistica internazionale. Nel caso dei nostri laureandi, l’attuale instabilità geopolitica – sottolinea Gian Pietro Zaccomer – sembra avere un certo peso rendendo più difficile la scelta sull’espatrio, rimandandola quindi a dopo l’acquisizione del titolo.
Continuare la rilevazione
«Sarà quindi necessario protrarre la nostra rilevazione ancora per alcuni anni – annuncia Zaccomer – per approfondire maggiormente le cause di questa “mancata” ripartenza delle intenzioni all’espatrio dei laureandi. L’idea è quella di completare la rilevazione relativa al quinquennio 2023-27, per poi poterlo studiare approfonditamente e confrontarlo con il precedente 2018-22, già ben analizzato».
La ricerca sarà presentata l’8 maggio a Gorizia nel convegno annuale dell’Unione statistica dei comuni italiani (Usci), “StatCities 2025 – GO stats! Le misure dei territori”. L’incontro, che proseguirà anche il 9 maggio, si terrà nell’ex sede della Provincia (Corso Italia 55). Il primo giorno Gian Pietro Zaccomer terrà un intervento dal titolo “Dal Friuli al mondo: i giovani istruiti di fronte all’espatrio”, in cui fornirà un quadro complessivo sull’espatrio dei giovani laureati italiani e sullo stato dell’arte delle indagini in corso presso l’Università di Udine.