Sospesi i riti comunitari fino al 1° marzo. La Quaresima segnata dall’emergenza Coronavirus si apre con la S. Messa del Mercoledì delle Ceneri celebrata dall’Arcivescovo mons. Andrea Bruno Mazzocato e trasmessa in diretta tv, radio e streaming, così da consentire un’unità spirituale di preghiera attorno alla Mensa eucaristica. Tutte le informazioni e il messaggio dell’Arcivescovo
Come da tradizione, l’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, rivolge – in occasione della Quaresima – un messaggio ai fedeli della Chiesa udinese. Quest’anno la Quaresima è segnata dall’emergenza coronavirus e dalle norme tese a contenere il contagio con l’impossibilità di partecipare alle Sante Messe. Ecco allora che l’Arcidiocesi si è attivata affinché grazie ai mezzi di comunicazione si possa vivere questo tempo in comunione, seguendo comunque le celebrazioni: oggi alle 19.30, infatti, l’Arcivescovo celebrerà la Santa Messa in occasione del Mercoledì delle Ceneri, significativamente, al Santuario della Beata Vergine delle Grazie e sarà trasmessa in diretta streaming sul sito della Diocesi , dall’emittente diocesana Radio Spazio e da Telefriuli. Sul sito e su Radio Spazio la Santa Messa sarà inoltre trasmessa ogni giorno alle ore 18.30, celebrata dai Padri Serviti. Domenica 1° marzo, invece, alle 10.30 e presieduta dall’Arcivescovo. Queste possibilità sono atte a garantire, per quanto possibile, un’unità spirituale di preghiera attorno alla Mensa Eucaristica anche in tempi di straordinaria contingenza.
Cari Fratelli e Sorelle,
iniziamo il tempo della Quaresima di quest’anno con ansie e preoccupazioni causate dal diffondersi improvviso del contagio da coronavirus. Ci troviamo a fare i conti con un nemico subdolo ed invisibile della salute personale e pubblica che, improvvisamente, ci ha fatto sentire fragili ed indifesi come da tempo non eravamo più abituati.
Come possiamo affrontare questo momento di prova senza cedere a deleterie reazioni di panico e disorientamento ma con animo forte?
Le straordinarie e necessarie misure di prevenzione decise da coloro che hanno il compito di salvaguardare la salute ci hanno privato anche della possibilità di riunirci per celebrare il Mercoledì delle Ceneri e di continuare la Quaresima partecipando alle sante Messe domenicali e agli altri momenti comunitari di preghiera. Molti mi hanno scritto che questa è stata ed è per loro come un’esperienza di spogliazione vissuta con sofferenza. Questo virus, che si espande in modo silenzioso ed invisibile, ci ha un po’ spogliato delle nostre sicurezze e abitudini quotidiane. Ci troviamo costretti a fare un certo digiuno personale e comunitario. Questo, però, è anche l’invito che ci porta la Quaresima con le parole del profeta Gioele: “Suonate la tromba in Sion, proclamate un solenne digiuno”. C’è un digiuno che disintossica il corpo e un digiuno che purifica l’anima. Accogliamo il momento di difficoltà che stiamo vivendo come un’occasione per rientrare in noi stessi e sentire quale sia il nutrimento buono di cui ha bisogno la nostra anima.
Ci guida in questo importante esame di coscienza ancora il profeta Gioele: “Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore vostro Dio”.
Cari Fratelli e Sorelle,
non lasciamoci soffocare dalle paure o distrarre dalla curiosità; rientriamo, invece, nel nostro cuore aprendolo al desiderio di Dio e della preghiera. Appena sarà possibile, torniamo nelle nostre chiese per nutrici con tanti fratelli e sorelle del cibo spirituale. Questo cibo guarisce il cuore dal virus più pericoloso che sta contaminando l’Europa: la mancanza di fede.
Aggiungo ancora un pensiero. Il diffondersi del contagio del coronavirus ci fa toccare con mano che, grazie allo sviluppo del mercato e delle comunicazioni, il pianeta terra è ormai una casa comune piccola nella quale tutti ci tocchiamo facilmente e possiamo farci sia del bene che del male. Questa malattia risvegli in noi il senso civico della responsabilità e della solidarietà reciproca. Ognuno può e deve fare la sua piccola parte per il bene di tutti. A questo ci richiama la Quaresima invitandoci a guardare oltre il nostro interesse e a compiere l’opera buona dell’elemosina. C’è l’elemosina che può essere fatta donando beni materiali o condividendo un po’ di tempo e di cuore o comportandoci con onestà e responsabilità per il bene di tutti.
Accogliete, fratelli e sorelle, questi semplici suggerimenti per una Quaresima che potremo ricordare non solo per il contagio del coronavirus ma anche come tappa importante della nostra vita spirituale.
⧾Andrea Bruno Mazzocato, arcivescovo