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Cinquecento scout a Gemona per il loro Giubileo

Lupetti e coccinelle, guide, esploratori, rover e scolte accompagnati dai loro capi, insieme in cammino. Sono circa 500 gli scout attesi domenica 14 a Gemona per il loro “Giubileo”, un pellegrinaggio comunitario che unirà i gruppi Agesci, Fse e Masci provenienti da tutta l’Arcidiocesi di Udine. Si sono dati appuntamento alle ore 15 sul piazzale antistante la chiesa di Santa Lucia (stazione dei treni). Dopo il rinnovo delle promesse battesimali saliranno processionalmente verso il santuario di Sant’Antonio. Qui celebreranno il momento culminante del pomeriggio con l’Eucaristia presieduta dall’arcivescovo mons. Riccardo Lamba.

«Nel giorno della Festa dell’Esaltazione della croce, vivremo un momento molto significativo – sottolinea don Christian Marchica, assistente degli Scout d’Europa –: per l’occasione si riuniranno infatti insieme i gruppi scout di tutta la diocesi, appartenenti ad associazioni diverse, ma accomunati dalla stessa promessa di servizio e dalla stessa fede».

«Cammineremo da pellegrini per portare il tema della speranza idealmente da Roma, dove tanti dei nostri ragazzi sono andati per il Giubileo dei ragazzi e dei giovani, fino al cuore nostro territorio – afferma Maria Simonini, capo gruppo dell’Udine 1 Fse (Scout d’Europa) –. L’incontro, inoltre, sarà anche un’occasione di sensibilizzazione sulla pace. Sia noi dell’associazione Scout d’Europa che i nostri fratelli Agesci in questo periodo abbiamo sensibilizzato i vari gruppi, ma anche i singoli membri, a vivere dei momenti di riflessione e di preghiera su questa tematica che tanto ci tocca».

«Abbiamo colto con entusiasmo la sollecitazione di mons. Lamba di ricominciare ad organizzare dei momenti insieme durante l’anno – aggiunge Francesco Paolo Fattori capo scout del gruppo Udine 1 Agesci –. Questo appuntamento arriva così dopo la Via Crucis in ospedale, in Quaresima, e la Veglia di Pentecoste. Si tratta di un’altra occasione per camminare assieme. Anche se apparteniamo ad associazioni diverse, con metodi educativi leggermente diversi, siamo accomunati dalla stessa promessa e dall’essere parte viva della stessa Chiesa».

Agesci e Fse, che differenze?

In che cosa si distinguono gli Scout Agesci dagli Scout d’Europa (Fse, Federazione scautismo europeo)? «La differenza sostanziale – ha spiegato Simonini ai microfoni di Radio Spazio – è che i gruppi dell’Agesci propongono un percorso di coeducazione riunendo maschi e femmine insieme, mentre gli Scout d’Europa propongono l’intereducazione: bambini e ragazzi fanno attività con i rispettivi capi, ma separatamente rispetto alle bambine e ragazze. Questo nella consapevolezza che maschi e femmine presentano delle differenze anche a livello di tempistiche di sviluppo e nella convinzione di poter così accompagnare meglio ciascuno nel riconoscere prima di tutto se stesso per poi andare incontro all’altro».

Crescere con gli Scout

Sono circa un migliaio i membri dei vari gruppi scout dell’Agesci presenti sul territorio della diocesi. Da nord, essi sono presenti a Moggio Udinese, Gemona, Artegna, San Daniele, Collinare (per l’area di Buia, Pagnacco, Colloredo di Monte Albano), Feletto Umberto, Udine (Udine 1, Udine 2, Udine 4, Udine 7 e Udine 8), Torre (per l’area Pradamano-Remanzacco) e Codroipo.
Meno numerosi, ma altrettanto attivi gli Scout d’Europa, presenti in diocesi con tre gruppi: Udine 1, Udine 2 (Pasian di Prato) e Tarcento. Ad accomunare le due associazioni, spiega Simonini, «è sicuramente l’intento di educare i ragazzi a divenire dei buoni cristiani e dei buoni cittadini, quindi accompagnarli nel loro percorso di fede, ma anche di presenza all’interno della società, valorizzando le loro caratteristiche, incentivandone l’autonomia».


Si può entrare a fare parte di un gruppo scout dagli 8 anni, da lupetti e coccinelle, per diventare poi esploratori e guide (11-16 anni), infine rover e scolte (17-21) che al termine del percorso formativo, accompagnati dai capi, saranno uomini e donne «di carattere», ovvero «persone che non stanno sedute, ma che prendono in mano la propria vita per cercare di rendere questo posto un po’ migliore di come l’abbiamo trovato, come diceva il nostro fondatore Baden Powell – conclude Simonini –. Fondamentale è il mettersi a servizio. Gli scout, coltivano l’attenzione in particolare verso chi ci è vicino ed è più piccolo o più debole e verso chiunque può avere bisogno di noi».
Valentina Zanella

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