Il calo del fatturato nel settore vitivinicolo è pari al 70/80%. Da sabato 28 spesa a domicilio del Mercato coperto di Udine
C’è la paralisi del florovivaismo, con piante e fiori appassiti e andati distrutti dopo il divieto di cerimonie e le restrizioni sugli spostamenti. C’è il vitivinicolo, che contiene i danni con la grande distribuzione, ma denuncia un calo del fatturato del 70/80%. C’è la vendita diretta di piantine da orto, in evidente frenata sempre per il dovuto rispetto dei decreti ministeriali. Ci sono gli allevamenti alle prese pure con i ritardi nei controlli veterinari, mentre chi fa parte della filiera del San Daniele paga il calo di produttività dei macelli, per l’evidente necessità di garantire la sicurezza dei lavoratori. «Il mondo dell’agricoltura è in grande sofferenza a causa del coronavirus – osserva il presidente regionale della Coldiretti Michele Pavan – ed è quotidiana la preoccupazione di fronte a un nemico che non sappiamo quando potrà essere sconfitto. Ma la campagna non si ferma».
Il messaggio è quello di un comparto in attività. «Pur in una situazione tanto grave come quella delle ultime settimane, emerge la voglia di non mollare», conferma Pavan. Solo per fare qualche esempio, il cerealicolo prepara il terreno di semina, i frutticoltori, finita la potatura, vedono risvegliarsi le piane e iniziano le operazioni primaverili, avicoltura e cunicoltura viaggiano a buon ritmo, i vivaisti stanno ultimando gli innesti e intervengono sui terreni per procedere poi alla messa a dimora in campo delle barbatelle, varie aziende hanno in agenda il trapianto delle cipolle e di altre piantine e la semina delle patate e di tutte le orticole, altre partono con la vendita dei primi asparagi. «In campagna si lavora seminando più o meno le stesse colture e per le stesse superfici dello scorso anno – sottolinea Pavan -. È il segnale di imprenditori che intendono resistere e rilanciare, che credono nel loro lavoro anche in una fase come questa. Fermo restando che si aspettano contributi e agevolazioni sul fronte tributario, perché da soli risulterà impossibile uscire dalla crisi».
Il quadro è dunque di un’agricoltura che combatte. «Vogliamo che si continui a mangiare prodotto italiano e aderiamo convinti allo slogan “#iocomprofvg” lanciato da Agrifood – prosegue il presidente della Coldiretti Fvg -. Da parte nostra, tante aziende associate stanno avviando la consegna a domicilio. Da sabato 28 marzo, inoltre, il Mercato coperto di Campagna Amica di Udine fornirà il servizio della spesa nelle abitazioni dei clienti. Anche i Mercati coperti di Gorizia e Pordenone si stanno attrezzando in tal senso».
In questo momento, conclude Pavan, «quello di cui non abbiamo bisogno sono le manovre speculative su tanti, troppi prodotti. Non esiteremo a denunciarle, e bene ha fatto l’assessore regionale Zannier a intervenire, in particolare in riferimento al lattiero-caseario. Plaudiamo anche alla lettera scritta sempre dall’assessore al ministero delle Politiche agricole a tutela delle imprese florovivaistiche».