Abbonati subito per rimanere sempre aggiornato sulle ultime notizie
Opinioni

Coro, specchio del suo direttore

Si dice che un coro è lo specchio – oppure l’anima – del suo direttore. Mai definizione fu più appropriata. Il maestro/a infatti con la sua personalità, le sue scelte, il suo modo di rapportarsi con i coristi, la sua estetica nel dirigere plasma e costruisce lo strumento-coro a sua immagine e somiglianza. Parlando di coro in termini qualitativi si tratta di approfondire un po’ la questione.
In Italia i conservatori non preparano maestri di coro. La pratica corale è materia secondaria e negli istituti la partecipazione alle ‘esercitazioni corali’ è spesso vista e vissuta dagli studenti come un peso se non come un intralcio al proprio ciclo scolastico. Spesso i direttori di coro – poi ci sono sempre le eccezioni – si preparano da sé, cioè sul campo, attraverso una esperienza che matura negli anni attraverso decine e decine di concerti e di prove. Negli ultimi lustri – di questo va dato merito – le associazioni corali (penso a Feniarco e, in regione, all’Usci) si sono impegnate a fondo, con investimenti considerevoli, per allestire corsi, stage, workshop, concorsi e quant’altro a tutto vantaggio dei maestri desiderosi di crescere e di perfezionarsi. Si tratta di sezioni di lavoro cui aderiscono decine e decine di aspiranti direttori o di direttori già impegnati con risultati a mio modo di vedere alterni. Personalmente ho partecipato, come coro-laboratorio, a diversi di questi corsi e i maestri che ho incontrato – tranne alcuni al concorso Mariele Ventre di Bologna diversi anni fa e, recentemente, a un concorso a Torino – non mi hanno fatto impazzire. Ma questo non toglie che tutto questo lavoro debba continuare a essere fatto e che diversi maestri abbiano migliorato le proprie performance proprio a partire da questi lavori collettivi.
Non sempre poi i cori riescono a migliorare il proprio standard. Per diversi motivi – endogeni ed esogeni al gruppo – ma anche per i troppi impegni dei direttori. E qui apro una finestra che forse diversi vorrebbero tenere chiusa. Ci sono maestri nel nostro Friuli che dirigono due e spesso tre cori. Mi chiedo come possano fare qualità lavorando in modo tanto dispendioso e dispersivo. Come si possa far crescere un coro lavorando una volta a settimana! E’ chiaro che ogni coro si pone degli obiettivi: se l’obiettivo è trascorrere qualche ora in compagnia e fare due o tre concerti all’anno, tutto questo può andare bene! Ma se un direttivo si pone degli obiettivi ambiziosi (cioè crescere qualitativamente e artisticamente negli anni) un maestro non può che lavorare con un coro. Perché quel coro ti richiede due o tre prove settimanali senza alcuna possibilità di altri impegni. Penso che si tratti anche di una questione morale oltre che un dispendio di energie ‘a fondo perduto’. Certo a lato, ma non tanto, c’è anche una questione economica: dirigendo tre cori si può portare a casa un altro stipendio Il che non guasta, ovviamente! Ma rimane sempre il problema della qualità che nei cori della nostra regione è sempre una questione aperta.
Da questo punto di vista negli ultimi anni si sta vedendo un cambio di paradigma. I maestri che hanno una certa preparazione magari non si impegnano con un coro stabile (il coro-comunità di cui parlavo in un altro intervento) e preferiscono mettersi sul mercato allestendo un coro o un altro a seconda delle esigenze di questo o quel festival. Si lavora una settimana o un mese e poi via tutti a casa! Oppure arrivederci al prossimo anno! Non so quanto questo modo di lavorare possa far crescere la coralità nella nostra realtà. Lo slogan ‘una regione che canta’ è bellissimo e anche positivissimo in un mondo complesso e complicato come quello che stiamo vivendo. Ma dopo anni e anni di duro lavoro i risultati, forse, dovrebbero essere diversi. Cinquant’anni fa ai concorsi di Arezzo e Gorizia (erano i più accessibili e anche i primi ad essere organizzati) partecipavano diversi cori regionali. Quest’anno al concorso Seghizzi c’era un solo coro italiano: di Roma.

Pier Paolo Gratton

Articoli correlati