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Commento al Vangelo

Cristo, la pienezza di tutte le cose

Commento al Vangelo del 23 novembre 2025,
Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’Universo
Lc 23, 35-43

In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto».
Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male».
E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

Parola del Signore.

A cura di don Pietro Giassi

Cristo, la pienezza di tutte le cose! Conviene ripetercelo affinché sempre più questa parola possa entrare in noi ed aiutarci a crescere per conformarci all’immagine dell’uomo nuovo: Cristo, la pienezza di tutte le cose! Ed è propriamente questa la Parola che Dio ha eternamente detto alla creazione, ovvero Gesù Cristo. Il resto è una declinazione di Lui; una ricerca di Lui; un tendere a Lui, a volte inconsapevolmente, come disse san Giovanni Paolo II ai giovani di Tor Vergata nel 2000: “In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità”.

In questa domenica, con la quale siamo invitati a fissare il nostro sguardo al Re dell’Universo, dobbiamo aiutarci nel dare un nome ed un volto a quella ricerca della felicità che spesse volte è rimasta quasi un ideale alto e lontano, un diritto assoluto ma utopico, un desiderio di pienezza incompleto: è solamente in Gesù Cristo che la mia (e la tua) vita trova pienezza e quindi la concretizzazione della felicità. Se il mondo materialista di oggi, orfano di Dio Padre, insegue una felicità e una realizzazione prettamente terrena e orizzontale; se questa vacuità ci porta alla sensazione di inutilità quando ci troviamo soli e inascoltati, noi oggi fissiamo lo sguardo su Gesù Cristo crocifisso mentre sembra fallire la sua missione terrena, morendo come un malfattore.

Per noi, che ci professiamo cristiani, deve essere ben chiaro: tu non vali in base a quello che riesci a fare, ai soldi che puoi guadagnare, alla stima che ricevi dagli altri. Questa è la logica di un’umanità concentrata su se stessa, di un mondo svilente e contrario alla vera realizzazione delle persone. Tu vali il sangue di Cristo! Fosse stato anche solo per il ladrone che all’ultimo ha chiesto di non essere dimenticato, anche solamente per lui Cristo Gesù avrebbe dato la sua vita e così realizzato la sua missione di salvezza. Il vangelo di questa domenica termina con le parole che Gesù dice al malfattore pentito. Forti della sua esperienza viviamo nutrendo similmente il nostro spirito: siamo dei malfattori che possono trovare in Cristo la pienezza della vita! Bramiamo di sentirci dire al finale della nostra esistenza terrena quelle stesse parole: «Oggi con me sarai nel paradiso», ovvero affidandoci pienamente al Figlio, per mezzo del quale abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati (Col 1,14). Così facendo, tocchiamo l’Amore del Padre.

Sapendo che il Cristo è la pienezza di tutte le cose, facciamone esperienza invocando il Nome del Signore in ogni circostanza della vita, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, così da permettere al Padre di portare a compimento l’opera buona iniziata con il nostro battesimo. Quante volte abbiamo vissuto ricercando solamente la nostra felicità, la nostra realizzazione! Ma Cristo è venuto per liberarci da questa condanna dandoci l’esempio dall’alto della croce: in una vita spesa per il prossimo, la nostra esistenza troverà la sua pienezza. E quando staremo sperimentando il vuoto e la solitudine, come il buon ladrone invochiamo il Nome del Signore: “Ti prego, Signore, salvami; ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”.

don Pietro Giassi

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