A lui – che si definisce “uomo di collina” – la Comunità Collinare del Friuli si è rivolta con l’intento di “raccontarsi”. Mettendo a punto un progetto triennale – “Racconti di comunità… in collina” – in cui, capitolo dopo capitolo, saranno portate in scena le stesse comunità. E Dino Persello, non appena ricevuta la proposta, non ha potuto che rispondere “presente”. Artigiano della parola e dei sentimenti, classe 1949, nato a Dignano, ma sandanielese d’adozione (con parentesi anche majanese), da oltre 60 anni è sul palco a raccontare il Friuli e i friulani. Una passione che ha messo radici nella parrocchia del suo paese natale, quando era appena un ragazzino. E che è proseguita decennio dopo decennio ”a bottega”, sperimentando, misurandosi, osando. Facendo sorridere il pubblico (anche oltre Oceano, ospite dei Fogolârs Furlans di Australia e della “Famee Furlane” di Toronto), ma non solo. E pure il nuovo progetto – ne ha dato un assaggio con l’esordio a San Daniele, a giugno, narrando la storia del Prosciuttificio artigianale Prolongo supportato dalle note de “I Petris”–, già si preannuncia ricco di intense emozioni.

«Dopo una vita dedicata al teatro, sono particolarmente orgoglioso di questo incarico perché mi emoziona e affascina allo stesso tempo poter raccontare la terra in cui sono nato e rimasto a vivere – dice Persello –; amare la propria terra significa avere la voglia di ricostruire il suo passato per scoprire il presente e programmare il futuro, significa arricchirsi continuamente, valorizzare e far emergere la bellezza che ci circonda, le tradizioni, il nostro modo di essere…».
Osservatore, prima ancora che narratore: è a partire da questo presupposto che nelle mani di Persello – o per meglio dire nella penna – il progetto, con racconti ambientati nei più svariati campi, sta prendendo forma. «Le storie sono ovunque – sintetizza –, bisogna solo andarle a cercare e poi raccontarle». Le sue rappresentazioni teatrali, ormai è colladata consuetudine, nascono di notte, parola dopo parola, riga dopo riga. E nel silenzio del mondo che si mette in pausa ci sono le radici anche della nuova iniziativa. «Non prima di un confronto con gli assessori alla Cultura delle varie località». Così si individua una tematica che poi Persello trasforma in narrazione della specifica comunità.
Nel 2025, accanto a San Daniele, saranno toccati dai “Racconti di comunità… in collina” anche Ragogna, Pagnacco, Coseano e Buja. Altri sei spettacoli arriveranno nel 2026 e il percorso proseguirà, con ulteriori sei puntate, pure nel 2027. «Seppur si creda di conoscere i luoghi in cui viviamo e di conoscerci, esce sempre qualcosa di particolare».

Persello così, con serietà e ironia, strappando sorrisi e commozione, rappresenta il popolo friulano, «coi suoi pregi e i suoi difetti», «capace di schiettezza, speranza e consapevolezza nelle sue capacità, di generosità senza misura e fautore di un modello di ricostruzione, dopo il terremoto, che tutti ci invidiano. Zoppichiamo un po’, anche se in miglioramento costante, nel promuovere ciò che di bello si fa e si ha, nell’accoglienza e nel lavoro in squadra», aggiunge.
Il secondo capitolo del nuovo progetto sarà messo in scena domenica 5 ottobre alla Biblioteca di Ragogna, alle 18.30, con “Ragogna Pro Loco’s”, un racconto emozionale teatral-musicale (con la fisarmonica di Pasqualino Petris) che ha preso spunto anche dall’esperienza di Persello che per anni ha lavorato nel mondo della Pro Loco. «Questa piccola località – anticipa qualche contenuto – ha il primato di essere la prima in regione come quantità di associazioni di volontariato rispetto agli abitanti; aggregazione, ma anche capacità di accoglienza: basta guardare quel grande cuore “stampato” sul Monte di Ragogna per averne un assaggio…».
Poi il 18 ottobre sarà la volta di Pagnacco (ed entro fine anno anche Coseano e Buja), ma prima, giovedì 2 ottobre, alle 18, al Castello di Colloredo di Monte Albano, è prevista la presentazione ufficiale del progetto di e con Persello, “targato” Comunità Collinare del Friuli.
Monika Pascolo