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Domenica 5 ottobre riapre S. Maria di Castello, culla della cristianità a Udine

I preziosi affreschi riportati alla purezza dei colori originali, “ripuliti” anche delle integrazioni dei vari restauri subiti nel tempo e visibili in tutta la loro preziosità grazie ad un nuovo impianto di illuminazione; la struttura architettonica consolidata, compreso il rifacimento del tetto; le murature esterne di nuovo completamente intonacate in quello che era il colore antico. E poi un nuovo impianto di riscaldamento a pavimento per rendere lo spazio confortevole per le celebrazioni liturgiche – che si intende far diventare più frequenti – oltre che per i tanti turisti e appassionati d’arte che vorranno visitarla. Così apparirà la Pieve di Santa Maria di Castello, sul colle del Castello, la più antica chiesa di Udine, a chi vi entrerà domenica 5 ottobre in occasione della benedizione del sacro edificio dopo i lavori di restauro durati ben nove anni durante i quali la chiesa è rimasta chiusa.


La cerimonia, presieduta dall’arcivescovo, mons. Riccardo Lamba, inizierà alle ore 18. Dopo la benedizione ci sarà una processione “aux flambeaux” accompagnata dai canti della Cappella musicale della Cattedrale e dalla Filarmonica di Colloredo di Prato, con la partecipazione della croce della chiesa-madre di Aquileia, seguita da alcune croci delle Pievi storiche dell’Arcidiocesi e delle Parrocchie della città di Udine. La processione si concluderà in Cattedrale dove verrà celebrata la Santa Messa.

Attestata dall’epoca longobarda – in particolare dall’VIII secolo grazie ad un’iscrizione che fa riferimento al re Liutprando, vissuto tra il 690-744 – la chiesa di Santa Maria di Castello (Ecclesia Sanctae Mariae de castro) potrebbe quindi avere avuto una fondazione ancora più antica, mentre l’attuale struttura risale all’XI-XII secolo. Certamente rappresenta la culla della cristianità nella città di Udine, oltre che uno scrigno d’arte di grande valore, per gli affreschi due-trecenteschi che adornano le sue absidi. Proprio per questo potervi rientrare sarà importante, per tutta la città. «In questa chiesa – ha affermato l’arciprete della Cattedrale, mons. Luciano Nobile, ai microfoni di Radio Spazio – ci sono le radici della nostra vita cristiana, tutto è partito da lassù, lassù si è cominciato a celebrare l’eucarestia. Rappresenta un segno importante per la nostra città. Rientrarci significa capire da dove veniamo».

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