Savorgnano del Torre (con Primulacco), Magredis (con Bellazoia e Marsure di Sotto) e Ravosa (con Marsure di Sopra). E la Parrocchia di Salt di Povoletto. Sono le comunità che dall’autunno saranno guidate da don Michele Lacovig, 44 anni, sacerdote che l’arcivescovo mons. Riccardo Lamba ha nominato parroco in sostituzione di don Giuseppe “Bepi” Riva, in servizio a Magredis e Ravosa dal 1997, a Savorgnano dal 2002. Salt, invece, era amministrata dal vicario generale uscente, mons. Guido Genero.
Don Bepi Riva vicario parrocchiale
Don Riva, 71 anni, resterà a disposizione di tutte e cinque le Parrocchie della Collaborazione pastorale di Povoletto come vicario parrocchiale. Nel territorio opera anche una comunità di suore Francescane missionarie del Sacro Cuore, con sede a Savorgnano del Torre.
Per don Lacovig si tratta del primo ministero da parroco (la data di ingresso sarà resa nota nelle prossime settimane). Il sacerdote lascia infatti l’incarico di cappellano dell’ospedale “Santa Maria della Misericordia” di Udine.
Chi è don Michele Lacovig
Originario di Gonars, Michele Lacovig è nato nel 1981 a Udine. Dopo la laurea in Ingegneria nell’ateneo di Trieste e gli studi teologici, è stato ordinato sacerdote nel 2018 dall’arcivescovo Andrea Bruno Mazzocato. Ha prestato servizio per breve tempo nella Parrocchia di Basaldella prima di svolgere, per alcuni mesi, il ministero di vicario parrocchiale a Tarcento, Ciseriis, Coia-Sammardenchia e Loneriacco. Successivamnte si è concentrato nella cappellania dell’ospedale di Udine, che si appresta a lasciare per assumere la guida delle tre Parrocchie nella Collaborazione pastorale di Povoletto.
A Radio Spazio e la Vita Cattolica don Lacovig ha confidato che vive questo momento con l’«entusiasmo» proprio dei nuovi inizi «ma anche con la testa ancora a quello che lascio, in ospedale». Un’esperienza, questa, che il giovane sacerdote definisce «molto edificante, sia umanamente che spiritualmente. Fino a che rimango in ospedale cercherò di dare tutto quello che serve nel mio servizio qui – ha spiegato –, ma cercherò anche di iniziare ad interessarmi delle nuove comunità. Ancora non le conosco, se non per l’esserci passato in auto o per qualche camminata fatta in zona. Ho preso contatti con don Riva, ci siamo anche incontrati una prima volta. il suo contributo sarà essenziale, anche per conoscere meglio le Parrocchie»
Cappellano in ospedale per 6 anni
Sei anni trascorsi in ospedale non si dimenticano. «È stata un’esperienza che mi ha stimolato nell’incontrare le persone con libertà, con gratuità, con il desiderio di poter dare qualcosa e imparare da loro – racconta don Lacovig –. Un’esperienza vissuta nella preghiera, con uno sguardo di fede, realistico, che ci permette di non essere schiacciati dalla sofferenza e dal male, ma di intravedere una speranza».
Nella nuova esperienza da parroco il sacerdote porterà con sé «senz’altro le testimonianze di fede e di umanità che ho avuto la possibilità di incontrare, sia tra i pazienti che nel personale sanitario e tecnico» e, «dal punto di vista personale una vita di preghiera rinforzata, perché l’incontro con la sofferenza mi ha fatto pregare con più intensità e costanza e mi ha mostrato quanto sia grande il tesoro di santità che c’è nell’insegnamento della Chiesa e dei suoi santi». Come parroco, don Lacovig desidera «portare un contributo di spiritualità. Non sempre forse ce ne rendiamo conto, ma ciò di cui abbiamo più bisogno è vivere il rapporto con il Signore. Questo il punto di partenza – conclude –. Da un cuore innamorato del Signore e della Madonna nasceranno poi anche le opere».