Ci sono voluti due anni di lavori per riportare all’antico splendore l’organo “Beniamino Zanin” della chiesa di San Giacomo a Udine. Ma ora l’antico strumento, costruito nel 1890, ha riacquistato la sua “voce” originaria.
La presentazione e il concerto
L’intervento, realizzato dal pro nipote di Beniamino, Francesco Zanin di Codroipo, sarà presentato al pubblico giovedì 24 luglio, alle ore 20.30, quando lo strumento verrà benedetto da mons. Luciano Nobile, Vicario urbano e parroco del Duomo. La presentazione del restauro – inserito nel ciclo di “Incontri di musica, arte e storia” promossi dalla Parrocchia di Santa Maria Annunziata e dal Museo del Duomo di Udine, parte del programma di Udine Estate – vedrà gli interventi dello stesso Francesco Zanin, di Francesca Venuto della Fondazione Friuli che ha finanziato l’intervento assieme alla Conferenza Episcopale Italiana, e di mons. Giulio Gherbezza, che parlerà dell’importanza dell’organo nella liturgia.
«Con il recupero dell’organo potremo restituire ai fedeli una parte determinante dello svolgimento della liturgia – spiega mons. Luciano Nobile –. È la stessa Costituzione conciliare “Sacrosanctum Concilium” a sottolineare che “nella Chiesa latina si abbia in grande onore l’organo a canne, strumento musicale tradizionale, il cui suono è in grado di aggiungere un notevole splendore alle cerimonie della Chiesa, e di elevare potentemente gli animi a Dio e alle cose celesti”. Grazie al restauro, questo straordinario strumento sarà ora a disposizione anche di tutta la comunità nelle occasioni concertistiche».
Alla benedizione seguirà, alle 21, un Concerto per due trombe e organo. Alla consolle del rinnovato strumento siederà il maestro Beppino Delle Vedove, organista della Cattedrale e direttore del Conservatorio Tomadini di Udine, accompagnando le trombe di Sara Miani e Cristiano Brusini, studenti del Tomadini. Il programma prevede l’esecuzione di importanti brani di musica sacra. L’entrata è libera fino ad esaurimento posti.
San Giacomo, la Messa solenne
Il giorno successivo, venerdì 25 luglio, festa di San Giacomo, è invece prevista la Messa solenne presieduta da mons. Gherbezza, alle ore 10. La cerimonia vedrà nuovamente protagonista il prezioso organo, questa volta suonato da Gabriele Darù, e sarà allietata dai canti in gregoriano del coro AlbaRosa.
«Questo organo – ci ha spiegato Francesco Zanin, che abbiamo incontrato in chiesa, venerdì 18 luglio, mentre si apprestava a rimontare le ultime canne e a procedere all’accordatura – venne costruito dal mio bisnonno Beniamino nel 1890 su progetto dell’organista Vittorio Franz. Andò a sostituire un precedente strumento costruito dal nonno del mio bisnonno, Valentino».
Uno strumento all’avanguardia per i tempi quello di Beniamino. «Vittorio Franz – prosegue Francesco Zanin – aveva studiato in Francia ed aveva convinto il mio bisnonno a seguire alcuni criteri “alla francese”, come la cassa espressiva, che consente di fare i “piano” e i “forte”, e alcuni registri come il flautino e l’oboe».

La storia dell’organo della chiesa di San Giacomo a Udine
Nel tempo, l’organo ha subito numerosi interventi. «All’epoca della Prima Guerra mondiale, dopo la rotta di Caporetto – racconta Francesco – come avvenne anche per altri strumenti, tutte le canne furono requisite dagli austriaci, venendo poi ricostruite dopo il conflitto».
Altro intervento importante è stato quello del 1976 realizzato da Gustavo Zanin, padre di Francesco, che ha visto, tra l’altro, la creazione della seconda consolle a due tastiere collocata tutt’ora in presbiterio, in aggiunta a quella originaria sulla cantoria.
«L’intervento di restauro – prosegue Francesco – ha comportato la revisione generale di tutto lo strumento, la sostituzione delle pelli rovinate e, soprattutto, delle centraline elettromeccaniche con nuove centraline elettroniche, digitali, che consentono molte più possibilità di memorizzazione dei registri. Abbiamo poi anche aggiunto un nuovo registro, di fagotto, che era stato previsto nel contratto originario, ma che poi non era stato inserito per motivi economici».
Infine, si è provveduto anche a ricostruire la consolle della cantoria, utilizzando il mobile, risalente ad un restauro del 1930, ma ripristinando la trasmissione meccanica che c’era in origine. «Il risultato – conclude Zanin – è uno strumento molto più performante di com’era prima, adatto ad essere usato anche per concerti».
L’organo è stato ora inserito nel patrimonio organario nazionale. Al termine del restauro è stata infatti redatta, a cura di Andrea Guerra, la scheda tecnico-analitica che ne ha permesso la catalogazione.
Stefano Damiani