La speranza fiorisce incessantemente anche laddove non si immagina e anche nei tempi più difficili. Sta a tutti noi posare lo sguardo sui luoghi nel quali ciò avviene e adoperarci per raccogliere i semi della speranza e farli fruttificare. È un messaggio controcorrente e coraggioso quello di cui si fa portavoce la Collaborazione pastorale di Codroipo e Bertiolo incentrando l’ormai tradizionale e partecipato appuntamento con le serate teologiche d’avvento proprio sul tema “Dov’è fiorita la speranza…”
Gli incontri, spiegano i promotori, «sono rivolti a tutti e si propongono di diventare uno strumento per supportare la fede con solide basi teologiche, che la riscattino dall’angolo privato nel quale la cultura contemporanea vorrebbe relegarla». Il filo conduttore degli appuntamenti di quest’anno si collega al ciclo proposto nel 2024, in preparazione al Giubileo, proprio sul tema “Speranza”. Quattro gli incontri in programma, ciascuno con un esperto, a partire da martedì 25 novembre e a cadenza settimanale fino al 16 dicembre, ospitati nell’oratorio di Codroipo (tutti gli appuntamenti saranno anche trasmessi in diretta streaming e poi pubblicati sul canale Youtube della Parrocchia di Codroipo).
«Gli eventi drammatici che stanno occupando la cronaca di questo 2025 hanno focalizzato i nostri sguardi sulle conseguenze di una cultura decadente, bellicosa e di-sperata. Ma Dio è comunque all’opera e fra le pieghe del fallimento umano ha gettato i semi del suo Regno. Sta a noi individuarli – è l’invito dei promotori –, raccoglierli e piantarli nel terreno di decisioni nuove e coraggiose. Solo così si potrà sperare un futuro di pace per l’umanità».
«Negli anni le serate teologiche hanno visto crescere l’interesse e la partecipazione delle persone, sia da parte di chi frequenta la Parrocchia, sia di persone “esterne”, interessate ad una specifica tematica piuttosto che a un’altra – ha fatto sapere la direttrice del Consiglio pastorale di Collaborazione, Michela Falcon, a Vita Cattolica e Radio Spazio –. Ma cosa ancora più bella è che nel tempo è anche cresciuto il gruppo di coloro che si occupano di pensare queste serate e di proporre un programma strutturato, in connessione con la città, con il territorio, ma aperto al mondo».
Le quattro serate
25 novembre. La speranza nello sguardo. Intercettare la bellezza
Il primo incontro, in programma martedì 25 novembre, alle ore 20.30, si intitola “La speranza nello sguardo: intercettare la bellezza che c’è…!” e vuole richiamare il fatto che la speranza è un lascito che le generazioni che ci hanno preceduto hanno collocato dentro la cultura, l’architettura, l’arte. A condurre la riflessione sarà lo storico dell’arte Fulvio dell’Agnese, docente e presidente del “Centro iniziative culturali” di Pordenone, in dialogo con il prof. Luca De Clara, docente di Filosofia, con l’accompagnamento musicale di Chiara Pilosio all’arpa. «Sarà un’occasione per educare il nostro sguardo ad accogliere la bellezza – sottolinea Falcon –, per scorgere i segni della speranza nelle opere che sono arrivate fino a noi».
«Indubbiamente quello che stiamo viviamo oggi è un periodo problematico, sebbene ce ne siano stati di peggiori in passato – commenta dell’Agnese –. L’opera d’arte ci mostra la sua capacità di “salvare” la nostra visione, e questo vale per l’arte visiva, per la letteratura, per la poesia, per la musica. L’arte custodisce in sé la volontà dell’essere umano di superare le brutture della realtà quotidiana». «Talvolta – aggiunge l’esperto –, se non andiamo “oltre” con la creazione artistica, diventa veramente difficile riuscire ad essere ottimisti».

5 dicembre. La speranza nella cura delle fragilità
Il secondo appuntamento, venerdì 5 dicembre, alle 20.30, ruoterà invece attorno al tema “Ferite invisibili e fili di speranza, storie di cura”. «Con la consapevolezza che tutti noi dobbiamo affrontare limiti, sfide e percorsi anche faticosi, sentiamo che proprio lì a volte bisogna (ancora) “allenare lo sguardo”, perché la fragilità diventa un luogo dove poter vedere i luoghi della speranza», spiega Falcon. Ecco, dunque, un’occasione per accogliere storie di cura che sono “deposito” di speranza, con l’aiuto di suor Veronica Donatello, consultore del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede e responsabile del Servizio nazionale delle persone con disabilità della Cei, e Francesco Cojaniz, direttore del Piccolo Cottolengo di don Orione di Santa Maria la Longa. Condurrà la serata Andrea Barachino.
9 dicembre. La speranza nella Chiesa
“La speranza nella Chiesa” è invece il tema della terza delle serate teologiche d’avvento, in programma martedì 9 dicembre, sempre alle 20.30. L’appuntamento prende le mosse dalle parole di Papa Francesco, che affermava che “la speranza è il dono più bello che la Chiesa possa offrire, soprattutto quando tutto sembra tirare giù le vele”. L’incontro avrà come ospiti l’arcivescovo di Udine, mons. Riccardo Lamba e, in collegamento video da Roma, Ignazio Ingrao, vaticanista del Tg1. «A loro chiederemmo di aiutarci a vedere come invece le vele della Chiesa, di cui facciamo parte tutti noi, sono spinte dalla speranza e dove possiamo leggere questi segni di speranza, che c’è», conclude Falcone.
16 dicembre. La speranza nella città degli uomini
Infine, martedì 16 dicembre, non alle 20.30, ma alle 18, chiuderà il ciclo delle Serate teologiche d’avvento l’incontro con Damiano Tommasi, sindaco di Verona ed ex calciatore professionista, in dialogo con don Alessandro Cucuzza, sacerdote di Trieste e docente di Filosofia alla Facoltà teologica del Triveneto, sul tema: “La speranza abita la città degli uomini”. Moderati da suor Carla Sirch, Tommasi e Cucuzza aiuteranno i presenti a leggere la città, l’umano, non nella sua parte negativa, ma a partire dalle potenzialità, dalle risorse, dai talenti che già ci sono e aiuteranno a comprendere come abitare la città in questa chiave.
Tutti gli incontri sono ad ingresso libero. Non è richiesta la prenotazione.
Valentina Zanella













