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Chiesa

Friuli-Sierra Leone, in supporto ai migranti di rientro

Inaugurato il Migration desk, sportello sostenuto anche dagli aiuti giunti dalle parrocchie dell’Arcidiocesi di Udine

4.750. Sono i chilometri che separano il Friuli da Makeni, città di oltre 120mila abitanti nel cuore della Sierra Leone, Africa occidentale. Martedì 3 ottobre 2023 a Makeni la Caritas locale ha inaugurato un “Migration desk”, uno sportello di ascolto e supporto per i migranti “di rientro”, finanziato anche dall’Arcidiocesi di Udine, che nel maggio scorso ha inviato una prima tranche di contributi (pari a 16.605 euro) tramite il Centro missionario diocesano per il progetto “Dignità è libertà” proposto nelle Parrocchie friulane per la “Quaresima di fraternità 2023” e tutt’ora attivo.

La Sierra Leone è un Paese noto per il tradizionale invio di manodopera agli stati contermini (soprattutto Guinea e Liberia) e nel medio oriente asiatico. Il nuovo Migration desk si occupa soprattutto di protezione, perché è dedicato ai migranti di rientro. Si offrono servizi che vanno dall’aiuto per l’acquisto di medicinali, alla consegna di borse alimentari per i migranti in difficoltà e le loro famiglie, così come il supporto per il pagamento delle tasse di iscrizione ai centri di formazione, affinché chi rientra possa acquisire competenze professionali. Spesso infatti le famiglie, o interi villaggi, raccolgono soldi da dedicare all’invio in Europa o nei paesi del medio oriente di uno dei loro figli o delle loro figlie. È vero e proprio “investimento” su chi, si spera, un giorno potrà inviare a casa le rimesse del lavoro all’estero per migliorare le condizioni di vita di tutti. Questi giovani partono, ma spesso il viaggio si interrompe. Chi sceglie di rientrare, affronta quindi lo stigma della propria comunità per aver fallito la missione, oltre alla propria disperazione per aver visto svanire un sogno.

I migranti sierraleonesi di rientro non tornano dall’Europa, né dal nord-Africa, bensì da alcuni paesi della fascia saheliana, come il Niger: il motivo, il più delle volte, è la truffa da parte di trafficanti di esseri umani. Un traffico che assume i contorni della tratta di persone quando a migrare sono donne: negli anni, moltissime sierraleonesi sono partite alla volta del ricco medio oriente, ingannate con la promessa di un lavoro regolare, finendo per subire abusi come il lavoro forzato e la violenza sessuale. Sono chiamate “Kafala”. È anche a loro che si rivolge il Migration desk di Makeni, che ha avuto uno sviluppo decisivo con il coinvolgimento di Caritas Udine e del Centro Missionario diocesano.

La raccolta prosegue per consentire al progetto “Dignità è libertà” nei prossimi mesi di attuare anche un’azione di prevenzione e sensibilizzazione nelle scuole di Makeni per informare i giovani sui rischi della migrazione irregolare.

Nella foto: 3 ottobre 2023, inaugurazione del Migration desk a Makeni, Sierra Leone, sostenuto dall’Arcidiocesi di Udine

 

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