Proposto da Rete Montagna in collaborazione con il progetto Cantiere Friuli dell’Ateneo. Si parlerà di energia sostenibile, biodiversità, qualità della vita, nuove professioni, giovani e comunità resistenti
Il futuro dei territori montani, e di chi li abita, sarà al centro del 9° Convegno internazionale dell’associazione Rete Montagna, organizzato in collaborazione con il progetto Cantiere Friuli dell’Ateneo friulano e in programma da giovedì 8 a sabato 10 giugno nel comune di Malborghetto – Valbruna (Palazzo Veneziano, via Bamberga 53). Rivolto principalmente a studiosi e rappresentanti di istituti e centri di ricerca, operanti nei settori della geografia, della storia, dell’economia e delle scienze sociali, ambientali e della terra, ha l’obiettivo di favorire la condivisione delle conoscenze e di nuove domande di ricerca interdisciplinari. Cinque i temi che saranno affrontati in altrettante sessioni: Risorse naturali per una energia sostenibile; Agricoltura, foreste, cibo e biodiversità; Qualità della vita: dalla salute alla cultura; Educazione e nuove professioni per le giovani generazioni; Abitare la montagna: le comunità resistenti, nuovi e vecchi abitanti.
L’evento, intitolato Next generation mountains, è aperto a tutti gli interessati, previa iscrizione. Ogni partecipante ha tempo fino al 29 maggio per inoltrare, rispetto alle tematiche in programma, un proprio video poster (breve video di presentazione delle proprie ricerche), della durata massima di tre minuti: se selezionato dal Comitato scientifico del Convegno, il contributo sarà presentato durante l’evento (per maggiori informazioni su iscrizione, quota di partecipazione e inoltro dei video: )
L’8 giugno i lavori saranno avviati alle 14 dai saluti dei rappresentanti istituzionali. Seguiranno due sessioni: la prima, alle 14.30, è intitolata “Energia e sostenibilità: nuove prospettive”; l’altra, alle 17, “Vecchi e nuovi residenti: rinnovamento delle comunità locali”. Il 9 giugno sarà caratterizzato da altre tre sessioni: “Qualità della vita e salute” (ore 9); “Nuove opportunità per le giovani generazioni: formazione e professioni verdi” (11.30) e “Produzione agroalimentare e biodiversità” (14.30). Alle 17 si proseguirà con il dibattito conclusivo e, alle 18.30, con la premiazione dei video giudicati migliori dal Comitato scientifico. Nella giornata conclusiva, sabato 10, sarà realizzata un’escursione per visitare esperienze innovative e condotte da giovani nella montagna.
Rete Montagna è un’associazione internazionale di Centri di studio sulla Montagna. Nata nell’autunno del 2000 a Belluno, su proposta della Fondazione Giovanni Angelini, riunisce una ventina di realtà, tra cui le Università di Udine e Innsbruck, il Centro di ricerca dell’Accademia slovena delle scienze e delle arti, l’Eurac Research di Bolzano, il Club Alpino Italiano, l’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia, la Società Alpina Friulana.
«Questo Convegno – commenta Mauro Pascolini, all’Ateneo friulano delegato per il progetto Cantiere Friuli – rientra nei propositi e nelle azioni di Cantiere Friuli, progetto che presta particolare attenzione alla montagna, anche attraverso un gruppo di lavoro dedicato: la collaborazione alla sua realizzazione è stata quindi naturale. L’evento vede tra l’altro impegnati, come relatori, docenti e ricercatori dell’Ateneo friulano e vede anche il coinvolgimento di enti e istituzioni del territorio della montagna friulana e internazionale. Inoltre, è un’importante occasione per l’Università di Udine per confrontarsi con gli studiosi della montagna anche nell’ambito del Progetto di rilevante interesse nazionale “MIND – Le montagne dentro la montagna” del quale l’Ateneo è capofila e che coinvolge una rete di sette atenei nazionali per studiare l’attrattività delle montagne alpine e appenniniche».
Il Convegno Next generation mountains è stato organizzato da Rete Montagna in collaborazione con Cantiere Friuli, Società Alpina Friulana, Fondazione Giovanni Angelini – Centro Studi sulla Montagna e con il patrocinio della Convenzione delle Alpi, della Fondazione Dolomiti UNESCO e della Comunità di Montagna Canal del Ferro e Val Canale