Abbonati subito per rimanere sempre aggiornato sulle ultime notizie
Economia

Fvg, nel 2019 produzione industriale a -4,3%

Presentato il Rapporto annuale Bankitalia, stagnazione dell’export e del mercato lavoro. Ma le stime per il 2020 sono meno peggiori che resto Paese. Anna Mareschi Danieli: situazione complessa, ma le vie d’uscita ci sono.

Un calo dell’export pari al 5%, al netto dei mezzi di trasporto; un traffico portuale che ha iniziato a risentire dell’alterazione degli scambi internazionali connessi all’emergenza sanitaria che registra una flessione del 5,4%; una crescita del credito al consumo e delle erogazioni di nuovi mutui che hanno rallentato sensibilmente e un settore, quello della cantieristica, che tiene, grazie alla sua capacità “di passare dal civile al militare e quindi continuare a produrre e a mantenere gli impegni”. Sono le stime contenute nell’indagine di Bankitalia sull’andamento economico nei primi tre mesi dell’anno in Friuli Venezia Giulia, che tengono conto degli effetti della pandemia da coronavirus presentate questa mattina a Trieste.

A registrare il segno meno, ricorda lo studio, sono soprattutto il settore dei servizi, il terziario e in particolare il turismo, che dopo i primi segnali di crescita registrati in gennaio e febbraio ha subito un crollo, con flussi azzerati e forti ripercussioni anche per il resto dell’anno.

L’ipotesi di un calo complessivo del Pil per il Nord-Est di circa il 5%, spiega il direttore della sede di Trieste di Banca d’Italia, Luigi Bettoni, si ripercuote anche sul Friuli Venezia Giulia. Rispetto a una stima nazionale che parla di un Pil con segno negativo compreso tra il 9 e il 13%, in regione le cose vanno tuttavia meglio. “Qui – sottolinea Bettoni – la situazione delle imprese è migliore oggi più che nel 2018: la loro liquidità e la loro posizione economica e produttiva per innovazione e esportazione rendono queste imprese più combattive”.

Mareschi Danieli (Confindustria): situazione complessa, ma le vie d’uscita ci sono

“Nel primo trimestre del 2020 l’industria meccanica della provincia di Udine ha subito una pesante caduta rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’industria siderurgica ha registrato un vero e proprio crollo, segnando un -7,4% – ha commentato la presidente di Confindustria Udine, Anna Mareschi Danieli, nel corso della presentazione del Rapporto Bankitalia. “In particolare nel settore del legno e dei mobili, al calo del 2019 (-3,9%) è seguito un vero e proprio tracollo nel primo trimestre 2020 -11,9%”. In forte diminuzione anche il volume dei prodotti nel comparto dei materiali da costruzione, “che ha segnato un -13,9% mentre sono aumentati nel comparto della chimica, +1,8%”.

L’impatto dell’emergenza coronavirus sul tessuto economico provinciale, ha sottolineato la presidente, “è stato pesante”. Anche sul piano dell’occupazione, dove, “in provincia di Udine, secondo le elaborazioni dell’Ufficio Studi di Confindustria Udine su dati dell’Osservatorio del lavoro della Regione, nel periodo gennaio-marzo 2020 le assunzioni hanno riguardato 19.045 rapporti di lavoro, -14,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”. Sicuramente, ha aggiunto Mareschi Danieli, “la situazione è complessa, ma mi sento di dire che le vie di uscita ci sono e faremo ogni sforzo per percorrerle. Dobbiamo però essere estremamente flessibili, aperti ai cambiamenti e pronti ad affrontare le diverse variabili che si presenteranno”.

Oltre al ruolo delle istituzioni pubbliche, ha aggiunto la presidente della Confindustria territoriale, “che dovranno essere capaci di gestire un eventuale ritorno dell’emergenza sanitaria con tempestività ed efficacia” e che sono chiamate a “realizzare quelle riforme strutturali e istituzionali che il Paese attende da decenni”, anche le imprese possono fare la loro parte: “dobbiamo infatti essere innovativi, per dare concretezza alla parola “rilancio”. Dobbiamo – insiste Mareschi Danieli – innestare nuova cultura tecnologica e finanziaria”. “L’Europa – ha poi concluso – ha grande fiducia nel nostro Paese. Nutriamo la speranza che i fondi che arriveranno dalla Ue abbiano una destinazione vincolata, precisa, che non lasci spazio di decidere solamente per le ennesime mosse assistenziali, ma che obblighi invece all’aumento della produttività, che è l’unico metodo efficace per rialzare il Pil, creare lavoro e valore da poter poi distribuire, auspicabilmente anche riducendo gradualmente il debito pubblico

I dati 2019

Nel 2019 la dinamica dell’attività economica in Fvg si è decisamente indebolita con una produzione industriale che ha registrato un -4,3% rispetto all’anno precedente e un fatturato del comparto in calo di quasi il 2% e un settore dell’export in sostanziale ristagno come anche il mercato del lavoro, riporta il Rapporto annuale di Bankitalia. Secondo le stime elaborate su dati di Confindustria, il Porto di Trieste ha registrato una flessione del proprio traffico dell’-1,1% pur mantenendo comunque il primato nazionale per movimentazione complessiva. In lieve aumento le presenze turistiche +0,8%. L’indebitamento delle famiglie residenti, prosegue la ricerca, ha risentito dell’accelerazione del credito al consumo (+9%) e dell’incremento dei mutui (+3,4%), sostenuto dalla dinamicità del mercato immobiliare. I prestiti bancari all’economia regionale hanno continuato a crescere (dell’1,2% a dicembre 2019, da +2% a fine 2018). A tale dinamica, sottolinea il Rapporto, hanno contribuito sia quelli alle imprese, sia quelli alle famiglie (+3,6%, da +2,8% a fine 2018). Infine, nel 2019 la spesa primaria degli enti territoriali della regione ha proseguito a crescere (del 2,9%) trainata dall’aumento di quella in conto capitale, di cui gli investimenti sono la parte più rilevante. Le entrate correnti sono anch’esse salite, sostenute dagli incassi tributari di Regione e Comuni.

Articoli correlati