Già da alcuni giorni vediamo davanti alle nostre scuole striscioni e manifesti che invitano genitori e ragazzi ai saloni dell’orientamento. Vista la pervasività dei termini inglesi, è comune chiamare questi eventi Open Day, giornate di Scuola aperta. Alle scuole secondarie di II grado, le “vecchie” superiori, già nel corso dell’estate sono arrivate mail di genitori, preoccupati per paura di non riuscire a prenotare in tempo la visita alla scuola e poi un possibile stage per i figli. Preoccupazione derivante dal fatto che ai più una scelta del genere a tredici- quattordici anni sembra prematura, visti anche i cambiamenti velocissimi che la nostra società ha vissuto negli ultimi anni. Come docente impegnata nell’orientamento spesso i genitori mi hanno chiesto dei consigli per affrontare questa scelta. Come affrontare gli Open Day?
Innanzitutto è opportuno che i genitori si confrontino con il figlio per intercettare i suoi desideri sul percorso futuro. Quali sono le sue aspettative, come si vede da grande, quali sono le sue preoccupazioni? Alcune di queste domande possono trovare delle risposte proprio negli incontri di Scuola Aperta, dialogando con i docenti e gli studenti presenti. Sarebbe importante che i genitori lasciassero ai figli il compito di porre le domande sul percorso di studi, sull’impegno richiesto dalla scuola, sugli aspetti che li spaventano oppure che vogliono conoscere. Sicuramente i genitori possono essere fondamentali nell’orientamento visto che dovrebbero conoscere le inclinazioni del proprio figlio, ma il loro compito deve essere quello di un accompagnamento non di una sostituzione.
Molti ragazzi hanno bisogno di sentire di essere accolti nel nuovo istituto, per cui a Scuola Aperta il ruolo degli studenti frequentanti è fondamentale per coinvolgere i possibili iscritti. È importante che i genitori permettano il confronto con questi ragazzi, che colgono al volo le preoccupazioni dei giovani di terza media, perché spesso sono le stesse che hanno avuto loro stessi pochi anni prima. La vicinanza dell’età e il linguaggio utilizzato permettono canali di empatia e di comunicazione che in molti casi sono stati il motore della scelta operata per iscriversi in un istituto piuttosto che in un altro.
Durante le Scuole Aperte tutti gli istituti presentano i progetti, i potenziamenti, le attività pomeridiane, ossia tutti i percorsi che caratterizzano una scuola rispetto ad un’altra. Non è semplicemente una vetrina per attirare iscritti, ma il modo con cui le scuole hanno pensato alla formazione dello studente, fornendogli spazi e opportunità per crescere, oltre all’apporto dato dalle discipline curricolari. I genitori possono allora sostenere il figlio nella scelta di alcuni percorsi opzionali anche in relazione ai consigli ricevuti dai docenti della scuole frequentata.
Ormai, al di là degli Open Day, una scuola può essere conosciuta navigando nel suo sito, oppure leggendo le statistiche che immancabilmente vengono pubblicate da vari Istituti di ricerca (v. Fondazione Agnelli) in occasione delle iscrizioni, o ancora attraverso la piattaforma ministeriale che alla voce “Scuola in chiaro” ne riporta tutti i dati. Eppure, nonostante tutto, l’esperienza di recarsi a visitare la scuola personalmente, l’incontro con i docenti che giorno dopo giorno insegnano ed educano i ragazzi e contribuiscono alla loro formazione scolastica e civile, il contatto con studenti che sono orgogliosi di mostrare il proprio istituto sentendo di appartenere ad esso, sono ancora la strada migliore per iniziare un nuovo percorso non solo di studi, ma di vita.
Susi Del Pin
Insegnante













