«È importante che i giovani e le giovani trovino, nelle nostre comunità, accoglienza, ascolto, incoraggiamento nel loro cammino vocazionale, e che possano contare su modelli credibili di dedizione generosa a Dio e ai fratelli. Ai giovani dico: “Non abbiate paura! Accettate l’invito della Chiesa e di Cristo Signore!” ». Le prime parole rivolte ai giovani, Papa Leone XIV le ha pronunciate nel corso del Regina coeli di domenica 11 maggio, nella quale in tutta la Chiesa risuona la preghiera per le vocazioni.
A proposito di giovani, a margine dell’ultimo appuntamento con le Notti di Nicodemo, svoltosi lo scorso 9 maggio in seminario a Castellerio, abbiamo chiesto proprio ad alcuni di loro le prime impressioni e le aspettative sul nuovo Papa. E la prima a prendere parola è stata Sara Aste, gemonese di 19 anni: «Stavo studiando», svela, ricordando il pomeriggio – ormai storico – di giovedì 8 maggio. «Avevo sul computer metà schermo di appunti e metà con la diretta del comignolo della Cappella Sistina. Quando c’è stata la fumata bianca ho vissuto subito una fortissima emozione: ho lasciato tutto da parte, sono corsa verso la televisione, ho acceso e mi sono fermata un attimo a guardare questa cosa che non avevo mai visto». Addio studio. Ma la giustificazione è valida. Accanto a Sara c’è un seminarista, Enrico Ragazzo, 23 anni. «Ero a lezione con altri seminaristi – ammette – ma avevamo tutti il cellulare collegato sulla Sistina. Quando c’è stata la fumata bianca la “prof” ha chiuso il libro e abbiamo seguito dal maxischermo la proclamazione». Poi quel nome sorprendente: Robert Francis Prevost. «Avevo seguito il rosario in piazza San Pietro, Prevost l’avevo visto in quell’occasione, poi avevo letto qualche articolo, ma non tante cose», afferma Ragazzo. «Quando hanno eletto Papa Francesco un po’ me lo ricordo, ma non benissimo» afferma invece Matteo Mariotti, diciottenne di Codroipo. All’epoca aveva solo sei anni. Ma stavolta è maggiorenne: «Mi ha fatto piacere vedere un Papa molto emozionato, un’emozione vera», afferma. «Io ricordo bene la fumata del 2013» dice invece Fabio Clavora, 21enne di Torreano di Cividale. «A differenza di allora, stavolta ero solo in casa, così appena ho visto il fumo bianco ho scritto subito a mio fratello, ad amici e parenti».
Sono diverse le attese che questi giovani ripongono nel nuovo Papa. «Ero molto legata a Papa Francesco – spiega Sara –, ho anche avuto modo di partecipare alla Giornata mondiale della gioventù a Lisbona. Spero che Leone XIV continui sulla sua stessa linea». «Io mi aspetto che il Papa renda presente quel messaggio del risorto: “La pace sia con tutti voi”» risponde invece il seminarista Enrico. Matteo, dal canto suo, sottolinea che il nuovo Papa ha «un’eredità molto importante sulle spalle; però mi sembra una persona molto moderata, in grado di cogliere degli aspetti di Francesco e portarli nel suo pontificato». È al Giubileo che va il pensiero di Fabio: «La mia speranza? Che anche questo Papa possa essere un Papa santo» afferma senza mezzi termini. «Lui ha parlato della pace, qualcosa di cui tutti abbiamo bisogno, come ha parlato anche di unità e di comunione, che nella Chiesa servono molto. Quindi – conclude – spero che questo Papa, in questo anno, possa cominciare a portarci verso questi obiettivi importanti».
Già, il Giubileo. Con in calendario il grande appuntamento di agosto, a Roma, con il Giubileo dei giovani: sarà il primo grande abbraccio di Papa Leone XIV con i giovani di tutto il mondo (dall’Arcidiocesi di Udine saranno oltre trecento). Sarà una Giornata mondiale della gioventù sotto mentite spoglie, ma sempre con Pietro presente per unire cuori e attese.
Giovanni Lesa