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Friuli Centrale

“Gipì”, figura storica della “Viarte”, sacerdote da 50 anni. A Risano una Messa per celebrare l’anniversario

Ha 87 anni, 68 dei quali vissuti come salesiano, da 42 anni è alla comunità “La Viarte” di Santa Maria la Longa e presto taglierà il traguardo dei 50 anni di sacerdozio. “Don Gipì”, al secolo don Gian Paolo Somacale, vicentino di origine e friulano d’adozione, sarà festeggiato domenica 22 giungo, a Risano, dove alle ore 10, sarà celebrata la Santa Messa che ricorda la sua Prima Eucarestia, a cui farà seguito un momento conviviale per tutti.

«Per me, il più grande dono è poter essere sacerdote – ha raccontato di recente a Radio Spazio –; poter celebrare l’Eucarestia tutti i giorni è il mio segno d’amore per Gesù che mi ha dato la possibilità di essere ciò che sono». Don Gipì, in occasione del mezzo secolo dalla sua Prima Messa, ha ricordato la nascita della sua vocazione. «Io, mio fratello e parecchi altri giovani provenienti dal mio paese di origine siamo stati accolti in una Casa di Salesiani a Ivrea e di solito chi studiava lì veniva preparato per andare in missione». Un problema agli occhi – che non permetteva la lettura – ha interrotto il progetto iniziale. «Dopo un paio di mesi mi sono trasferito a Venezia, sempre in una Casa salesiana per imparare un mestiere», ha aggiunto, evidenziando che era già nato in lui il desiderio di orientarsi verso il sacerdozio. Sono gli anni in cui “Gipì” si forma come falegname, diventando anche maestro d’arte nel settore del legno. «Come maestro di falegnameria ho insegnato per tanti anni all’Istituto Bearzi di Udine», ha raccontato. Poi il ricordo è andato all’opera salesiana “La Viarte”. «Ero destinato a Venezia dove i miei superiori mi vedevano come animatore di gruppi, ma dopo appena sette mesi il mio superiore mi disse che mi volevano in Friuli per fondare una comunità per giovani tossicodipendenti».

Era settembre del 1983 quando iniziò il cammino de “la Viarte; nei primi mesi di quell’anno il gruppo Clàps Furlans e i Salesiani dell’Ispettoria Veneto San Marco avevano preso contatti con la Caritas e l’allora arcivescovo di Udine, mons. Alfredo Battisti. «L’idea era quella di trovare una struttura adatta all’accoglienza di giovani con problemi di droga che allora, spesso, vivevano abbandonati per strada». Quella casa è stata poi individuata a Santa Maria la Longa dove il cammino de “la Viarte” – che da sempre si ispira ai valori di don Bosco , dell’accoglienza, della condivisione, della partecipazione – è stato avviato proprio da don Gipì, insieme a don Bruno Martellossi e al signor Carlo Burattin. Risale poi all’ottobre 1984 la costituzione ufficiale dell’Associazione e della Cooperativa “la Viarte”, realtà che ancora oggi fa della cura dei giovani la sua missione educativa, accogliendo persone in situazione di disagio e proponendosi anche come centro educativo, formativo e professionale.

«Ora che con grande emozione sto per arrivare al 50° di sacerdozio – ha aggiunto il sacerdote che ancora oggi, ogni domenica, celebra la Santa Messa sia a Risano che a Chiasottis – devo dire grazie a tutte le manifestazioni di amicizia che sempre ho avuto. Credo che il Signore mi abbia fissato negli occhi e io ho cercato di fare lo stesso con i tanti giovani de “la Viarte” che a loro volta hanno fatto lo stesso con me. Una forma di comunicazione che è il segno di un grande amore, nato per me sotto forma di vocazione e che ho cercato sempre di donare al prossimo».

Monika Pascolo e Valentina Pagani

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