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Giustizia di comunità, un centro all’Università di Udine

Realizzare percorsi di inclusione socio-lavorativa a favore di persone sottoposte a misura penale, costruire una rete di sostegno alle vittime di ogni tipo di reato, promuovere interventi di giustizia riparativa e mediazione penale. Sono gli obiettivi dell’hub sperimentale multiservizio di “Giustizia di comunità” di Udine, uno spazio fisico e simbolico di connessione tra carcere, territorio e cittadini inaugurato oggi all’Università di Udine. Il progetto è sostenuto dalla Cassa delle ammende del Ministero della giustizia e dalla Regione Friuli Venezia Giulia con partner capofila la Caritas di Udine.

L’operatività

L’hub ha sede in alcuni locali dell’Ateneo, nella sede udinese di via Treppo 18, messi a disposizione della Caritas in comodato d’uso gratuito. Sarà aperto almeno tre giorni a settimana, garantendo supporto sia durante l’orario di apertura al pubblico, sia attraverso attività di back office, per assicurare continuità nell’assistenza e nella realizzazione delle attività previste.

Le attività previste

Tre le attività previste nell’hub udinese. L’attivazione, con le altre agenzie territoriali competenti, di percorsi di accompagnamento e facilitazione all’accesso ai servizi di inclusione per persone in misura penale per prevenire recidive e comportamenti devianti. Al contempo, promuovere la loro reintegrazione sociale, lavorativa e relazionale, valorizzando le reti territoriali e costruendo azioni di comunità.

La realizzazione di iniziative di sensibilizzazione e mediazione nell’ambito della giustizia riparativa.

La realizzazione di interventi di supporto e assistenza alle vittime di ogni tipo di reato.

Il contesto

L’apertura dell’hub “Giustizia di comunità” di Udine si inserisce in un ampio processo di rinnovamento delle politiche penali e sociali. In particolare, per rafforzare l’attenzione verso le vittime di reato, affinché non siano più soggetti passivi del sistema, ma possano ricevere ascolto, supporto e adeguate tutele. Contemporaneamente, per agire in modo più efficace nei percorsi di reinserimento delle persone sottoposte a misure penali, riducendo il rischio di recidiva e favorendo l’accesso a opportunità di inclusione sociale e lavorativa.

Collaborazioni allargate

In questo contesto, una risposta concreta e innovativa viene dalla co-progettazione tra istituzioni pubbliche: Regione Fvg – Direzione centrale salute politiche sociali e disabilità, Servizi sociali del Comune di Udine, Ufficio esecuzione penale esterna, Amministrazione penitenziaria e Centro per giustizia minorile, enti del terzo settore e mondo universitario.

La riforma

Un modello di intervento che valorizza l’integrazione delle risorse e il coinvolgimento attivo della comunità. L’hub “Giustizia di comunità” di Udine nasce proprio per dare forma a questa visione. L’iniziativa si inserisce nell’ambito dei progetti “Ripar(t)amo” e “Inclusione, confronto, trattamento”. in linea con i principi della Riforma Cartabia che pone l’accento sulla giustizia riparativa, come alternativa alla pena e come strumento di reintegrazione, riconciliazione e responsabilizzazione.

Gli interventi

All’inaugurazione dell’hub hanno portato i saluti il rettore dell’Ateneo friulano, Roberto Pinton; l’assessore regionale alla salute, politiche sociali e disabilità, Riccardo Riccardi, e l’arcivescovo di Udine, Riccardo Lamba. Sono quindi intervenuti, fra gli altri: la direttrice centrale della Direzione centrale salute, politiche sociali e disabilità della Regione Friuli Venezia Giulia, Gianna Zamaro; Paola Ziccone del Centro per la giustizia minorile per il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e le Province autonome di Trento e Bolzano; Tiziana Paolini del Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria per il Veneto, il Trentino Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia; Sara Arata dell’Ufficio interdistrettuale esecuzione penale esterna per il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e il Trentino Alto Adige/Südtirol. A illustrare lo stato dell’arte dell’hub sono stati, per la Caritas di Udine, il direttore don Luigi Gloazzo e Annarita De Nardo.

Erano presenti, fra gli altri, il direttore generale dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale, Asufc, Denis Caporale, e il garante dei diritti delle persone private della libertà personale, Andrea Sandra.

«Siamo responsabilmente partecipi di questo ambizioso e meritevole progetto – ha detto il rettore Roberto Pinton – fedeli a uno dei principi guida della nascita del nostro Ateneo e cioè di essere agente e promotore, dello sviluppo del nostro territorio, che quindi comprende anche una particolare attenzione verso l’ambito sociale».

L’arcivescovo di Udine, Riccardo Lamba, ha detto che «la Chiesa e la diocesi di Udine sono molto sensibili al tema delle persone che vivono queste esperienze temporanee di sofferenza e che devono essere prese in considerazione anche per un recupero».

L’assessore regionale alla salute, politiche sociali e disabilità, Riccardo Riccardi, ha sottolineato «la soddisfazione e l’orgoglio della Regione per questo lavoro intrapreso. Quello che stiamo facendo è uno sforzo anche culturale perché – ha detto Riccardi – la società non può fare sconti, ma neanche può produrre scarti. I percorsi di vita delle persone non possono essere accantonati».

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