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Chiesa

In Cattedrale e nelle chiese del Friuli, tanti in preghiera per la pace

L’appello dell’Arcivescovo Mazzocato: «Oggi le lacrime di Gesù sono quelle della Chiesa e sono le lacrime delle vittime innocenti che continuano ad essere sacrificate senza pietà. Sono le lacrime delle madri, indifferentemente israeliane o palestinesi, che piangono i loro figli uccisi. Per sconfiggere questo nemico dobbiamo certamente prodigarci per essere noi, prima di tutto, uomini e donne di pace».

Si è pregato per la pace, ieri, in tante chiese del Friuli. Grande, in particolare, è stata la partecipazione alla Veglia presieduta dall’Arcivescovo mons. Andrea Bruno Mazzocato in Cattedrale a Udine. Proprio mentre da Gaza arrivavano le immagini del bombardamento dell’ospedale che ha causato centinaia di vittime, l’Arcivescovo, «in mezzo a queste tragedie che sembrano strappare ogni speranza di pace», ha esortato ad essere «noi, prima di tutto, uomini e donne di pace». Un invito accompagnato dall’esortazione a non affievolire la preghiera, e vissuto in comunione con la Chiesa universale, accogliendo la sollecitazione del patriarca di Gerusalemme dei Latini, card. Pizzaballa, fatta propria della Conferenza episcopale italiana e del Papa.
«Oggi le lacrime di Gesù sono quelle della Chiesa e sono le lacrime delle vittime innocenti che continuano ad essere sacrificate senza pietà – ha detto nell’omelia l’Arcivescovo –. Sono le lacrime delle madri, indifferentemente israeliane o palestinesi, che piangono i loro figli uccisi. Per sconfiggere questo nemico dobbiamo certamente prodigarci per essere noi, prima di tutto, uomini e donne di pace, per promuovere una cultura di pace e per soccorrere chi è vittima di violenze e guerre».
«In mezzo a queste tragedie che sembrano strappare ogni speranza di pace, noi cristiani siamo chiamati a riconoscere il vero nemico che si sta malvagiamente agitando tra gli uomini – ha proseguito mons. Mazzocato –; un nemico che non viene nominato dai servizi televisivi e dai tanti dibattiti pubblici. È satana che, come dice l’Apocalisse, sconfitto da Michele e i suoi angeli, “colui che è chiamato diavolo e il Satana e che seduce tutta la terra abitata, fu precipitato sulla terra e con lui anche i suoi angeli” (12,9). Per sconfiggere questo nemico dobbiamo certamente prodigarci per essere noi, prima di tutto, uomini e donne di pace, per promuovere una cultura di pace e per soccorrere chi è vittima di violenze e guerre».

«Insieme – ha esortato l’Arcivescovo – è necessario pregare, perché con le nostre forze umane non vinceremo il nemico della pace. Supplicare significa allearci con Michele, con la Vergine Maria per chiedere a Gesù che la sua vittoria pasquale si diffonda presto nell’umanità intera, come egli ha promesso».

«Questa nostra supplica rivolta a Gesù presente nell’Eucaristia – ha concluso mons. Mazzocato –, si unisce questa sera a quella di tanti altri fratelli di fede. È la supplica con cui si conclude l’Apocalisse dove la Sposa-Chiesa invoca: “Maranathà. Vieni, Signore Gesù” (22.20)».

A Udine, sempre ieri, anche le “Donne in Nero” hanno manifestato, in silenzio, esponendo striscioni che invocavano la pace in Medio Oriente.

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