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Montagna

In supplica a piedi per 6 giorni. Pellegrini a Maria Luggau

Pellegrini di speranza, come ogni anno, a Maria Luggau. La speranza della pace, anzitutto, «contro lo scandalo della guerra, anzi delle guerre», come annota don Gianluca Molinaro, parroco di Sappada e di Forni Avoltri. 6 giorni a piedi per chi è salito da Forni di Sopra, 4 per chi si è aggiunto da Sauris, due per i sappadini e quanti altri si sono uniti in preghiera. Da Plodn alla Madonna Addolorata di Luggau. Friulani dal Friuli, cadorini dal Cadore, trevigiani e bellunesi da Alano di Piave, riminesi da Rimini, sudtirolesi dall’Alto Adige, «400 pellegrini coloro, in particolare gli anziani, che ci hanno raggiunto in pullman a Luggau», racconta don Molinaro.

Entusiasmo che contamina

«Ma quello che conta più che i numeri è l’entusiasmo che ho visto, la partecipazione, la gioia delle persone, anche la commozione in alcuni momenti. E poi la solidarietà, quell’amicizia che cresce camminando assieme, facendo fatica assieme, pregando insieme; condividendo anche il pasto, si condivide quello che c’è».

Ore 3, Cima Sappada

Ore 3 del mattino, a Cima Sappada, sabato 20 settembre. «Siamo partiti cercando colui che è la speranza, che è Cristo. Prima con una solenne liturgia in chiesa, quindi recitando il rosario fino alle Sorgenti del Piave, assaporando la bellezza del cielo stellato e quella del fiume che scende torrentizio, ancora nell’oscurità. E quando siamo arrivati alle sue sorgenti si è spalancata l’alba, con i primi raggi di sole ad illuminare il Peralba». I pellegrini, tanti bambini, ancor più numerosi i giovani ed i ragazzi, sono saliti in ordine sparso fino al Calvi (dove hanno trovato il brodo caldo), quindi in forcella e da lassù sono discesi verso il rifugio austriaco (altra accoglienza calda), la malga e il raccoglimento ad Ingrid Hutte. Per proseguire di nuovo in processione verso Luggau.

Addolorata, madre di speranza

«A Luggau siamo arrivati a Cristo, nostra speranza, attraverso l’intercessione della Vergine Addolorata, che è madre della speranza, perché lei ovunque è passata ha donato suo figlio, quindi ha donato sostegno e aiuto. E dalla basilica giubilare siamo tornati indietro col desiderio di essere adesso pellegrini di speranza nei nostri paesi, nelle nostre comunità cristiane, nelle nostre famiglie, per accendere la speranza e cancellare la disperazione che troviamo nel cuore delle persone. E come motivo di fondo noi poniamo da sempre anche il motivo della pace, perché siamo partiti proprio dedicando la prima decina e l’ultima prima di arrivare di nuovo in chiesa a Sappada proprio all’intenzione della pace, perché sentiamo come uno scandalo questa guerra, sentiamo il desiderio che trionfi la volontà di Dio che è la pace».

L’itinerario

Prima di arrivare a Luggau, la sosta alla “Plodar Roschte” per la colazione, sul far del mezzogiorno la Santa Messa in Frohne, sui prati che offrono un panorama creativo sulla valle del Gail. «Abbiamo avuto l’accompagnamento di due frati minori, fra Tullio e fra Ivano. E quest’anno abbiamo festeggiato il primo gruppo che si è unito a noi con don Pietro Piller, il gruppo di Sauris, presente da 30 anni. A concelebrare eravamo in cinque sacerdoti, perché con noi si è aggiunto don Angelo, del Bertoni, di ben 93 anni, oltre al parroco di Alano di Piave».
Alle 14 l’arrivo, appunto, a Maria Luggau. L’incontro con il Priore e la prosecuzione fino alla Basilica al canto delle litanie. La sistemazione, il pranzo e il riposo. Alle 16 le Confessioni in chiesa. In serata l’Adorazione con la Comunità di Maria Luggau. L’indomani, la domenica, la Santa messa concelebrata alle 7.45, a seguire il concerto di saluto della banda e alle 9 la partenza dal cortile del Santuario. Alle 16, al bivio delle sorgenti del Piave si ricompone la processione con la preghiera.

Il Te Deum a Sappada

Due ore dopo, all’ex mulino, sotto Cima Sappada, l’incontro con i parrocchiani e si procede pregando lungo le borgate. In serata l’arrivo alla chiesa parrocchiale, l’esposizione del Santissimo, i saluti ed il canto del Te Deum. Don Piller, che ha accompagnato i pellegrini della sua valle fino a Sappada, li riaccoglie alle Sorgenti del Piave e li accompagna fino al Te Deum con don Molinaro. I pellegrini vengono attesi attorno alle cappelline delle borgate da tutti gli abitanti che suonano le campane e recitano una preghiera. «È la benedizione di Maria che passa a benedire tutte le borgate di Sappada e ci accompagna fino alla chiesa di Santa Margherita, dove il Te Deum di ringraziamento è cantato con una passione, davanti a Gesù esposto nel Santissimo. C’è proprio da osservare la serenità negli occhi delle persone». L’indomani, lunedì, alcuni sappadini accompagnano i pellegrini di Sauris e Forni di Sopra fino sulle montagne sopra Sauris. In chiesa, a Zahre, il canto del Te Deum.
Francesco Dal Mas

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