Il capitolo della basilica di Aquileia era una delle principali istituzioni del Patriarcato: ad esso spettava l’elezione del Patriarca. Inoltre aveva anche il compito di assisterlo nell’azione di governo. Conoscerne la storia è dunque fondamentale per comprendere il Patriarcato stesso, ovvero una delle più grandi diocesi e metropoli d’Europa, entità sia ecclesiastica che territoriale la cui giurisdizione arrivava fino al Danubio e all’Istria.
Un contributo fondamentale in questo senso viene dall’ultimo libro di Reinhard Härtel, docente dell’Università di Graz che alle fonti di area aquileiese ha dedicato una collana, edita dall’Accademia Austriaca delle Scienze. Dopo i primi tre volumi, dedicati rispettivamente alle Abbazie di Moggio e Rosazzo e a Santa Maria di Aquileia, ora il prof. Härtel ha dato alle stampe il quarto incentrato proprio sui documenti medievali del Capitolo di Aquileia – dall’XI secolo fino al 1250, anno della morte del Patriarca Bertoldo di Andechs e dell’inizio dei Patriarchi italiani, dopo che i precedenti erano stati tutti di origine tedesca –, ma anche a quelli del vicino monastero di San Martino della Beligna, confluiti nell’archivio del Capitolo alla soppressione del monastero, nel 1453.
Intitolato “Die Älteren Urkunden des Domkapitels zu Aquleia und des Klosters Beligna (bis 1250)”, il libro sarà presentato venerdì 27 giugno, alle ore 17, a Palazzo Antonini Mangilli del Torso (sede del Cism, in piazza Garibaldi, 19, a Udine).
Ad organizzare l’appuntamento è l’Istituto Pio Paschini per la storia della Chiesa in Friuli, assieme ad Arcidiocesi di Udine e Archivi e Biblioteche storiche diocesani – presso cui molti di questi documenti sono conservati – e Capitolo Metropolitano di Udine, che di quello aquileiese ha assunto le funzioni alla soppressione di quest’ultimo.
Alla presentazione interverrà lo stesso prof. Härtel che, solleticato dalle domande delle docenti dell’Università di Udine Laura Pani ed Elisabetta Scarton, racconterà l’esito delle sue ricerche. All’incontro parteciperà anche l’arcivescovo di Udine, mons. Riccardo Lamba.
«Il volume – spiega Pani –, oltre a una parte introduttiva sulla storia del Capitolo di Aquileia, contiene l’edizione dei documenti del Capitolo nel periodo considerato». Si tratta di 156 testi, cui ne vanno aggiunti altri 30 relativi a San Martino della Beligna. La difficoltà del lavoro – oltre all’edizione dei testi latini – è stata anche quella di reperire i documenti che si trovano in diversi archivi. «Molti – prosegue Pani – sono conservati nell’Archivio capitolare di Udine, altri nell’Archivio storico diocesano di Udine, nella Biblioteca Joppi, ma anche nell’Archivio di Stato, al Museo archeologico nazionale di Cividale, nell’Archivio storico del Comune di Gemona, in quello di Insbruck, alla Biblioteca nazionale di Parigi, oltre che in archivi privati».
Il Capitolo, spiega ancora la prof. Pani «aveva compiti di tipo sia religioso ed ecclesiastico – ad esempio assicurare la celebrazione del culto con continuità – che amministrativo, con la gestione dei privilegi che potevano essere concessi. Alcuni documenti sono di natura pubblica, altri privata, come quelli in cui il Capitolo è destinatario, ad esempio, di un lascito testamentario. Molti, quindi sono di natura economica».
Un discorso a parte, infine, meritano le copie. «Alcuni atti non ci sono giunti in copia originale, ma, appunto, in copie di molto posteriori, che quindi sono l’unica traccia dell’originale». In questo senso il lavoro del prof. Härtel è consistito nello stabilire l’autenticità di tali documenti oppure nell’etichettarli come falsi.
Stefano Damiani
