Commemorati i mille morti del terremoto, in particolare gli alpini finiti sotto le macerie della Caserma Goi a Gemona, le penne nere friulane sono partite in massa per Biella dove, dal 9 all’11 maggio, si tiene l’Adunata nazionale. Adunata – ricorda il presidente dell’Ana, Sebastiano Favero – che ha come motto “Alpini portatori di speranza”, in continuità col “Sogno di pace degli alpini” scelto un anno fa a Vicenza. «Motto diventato oggi drammaticamente ancora più attuale. Non perdiamo allora di vista i valori di una storia costruita su dolore e sacrificio: difesa della famiglia, identità di Patria, senso del dovere e capacità di mettersi al servizio degli altri senza nulla chiedere in cambio. Questo deve essere – insiste il presidente nazionale – l’incontro tra quanti condividono fratellanza e allegria, sull’onda di canti e musiche della tradizione alpina».
A Biella ne sono attesi 400 mila: tra alpini, aggregati e loro amici. L’Adunata raccoglie significativamente il messaggio del Giubileo e si svolge nel clima di festa per il nuovo Pontefice, ma anche – ammette sempre Favero – «nella mestizia per la morte di Papa Francesco che gli alpini si porteranno nel cuore». Era il 26 febbraio 2022 quando una numerosa delegazione dell’Ana venne ricevuta in udienza da Bergoglio. «Vorrei incoraggiarvi ad andare avanti così – disse Francesco – ancorati alle radici, alla memoria, e al tempo stesso “legati in cordata”, solerti nell’aiutarvi, per non cedere alla stanchezza, portando avanti insieme la fedeltà ai vostri buoni impegni e alla parola data. Sono valori che da sempre contraddistinguono le Penne nere e che acquistano ancora più rilievo in questo anno, che è il 150° dalla fondazione del Corpo degli Alpini».
Parole che gli alpini si portano nel cuore, come queste altre. «Che cosa ha fatto sì che la vostra Associazione non sia solo un’organizzazione, ma assomigli a una famiglia? Mi pare di poter dire che il segreto non stia solo nei valori che vi accomunano e nello spirito di gruppo che vi contraddistingue, ma soprattutto nel senso vivo dell’altruismo. Non si è Alpini per se stessi, ma per gli altri e con gli altri. Ed è bello che in questo senso vi proponete di “allargare la famiglia”, disponendovi a collaborare con altri: con i militari in servizio nell’Esercito, ma anche con varie organizzazioni benefiche. Oggi, nel soffocante clima di individualismo che rende indifferenti molti, c’è bisogno di ripartire da qui, di ritrovare l’entusiasmo di prendersi cura degli altri. È importante la vostra testimonianza: questa testimonianza è storica e attuale».
Favero, alla vigilia dell’Adunata, fa notare che questa «filosofia di vita e di impegno» è riassunta perfettamente dal Libro verde della solidarietà, volume che raccoglie i dati degli interventi solidali compiuti nel corso dell’anno appena passato dagli alpini delle Sezioni e dei Gruppi dell’Associazione e che nel 2024 supera i 5 milioni e 838mila euro, a cui si devono aggiungere oltre 2 milioni e 585mila di ore lavorate per un controvalore di oltre 83 milioni di euro.
Gli alpini friulani a Biella
Gli alpini friulani delle 8 sezioni regionali saranno quanto meno 10 mila a Biella. Ecco perché la Regione ha consegnato 10mila polo con il marchio “Io sono Friuli Venezia Giulia” , quale simbolo di appartenenza, identità e orgoglio territoriale. Alla consegna si è spiegato che il progetto si inserisce in un più ampio percorso di valorizzazione del patrimonio storico e culturale legato al mondo alpino, già avviato con la legge 6/2022 approvata la scorsa legislatura e dedicata a sottolineare la solidarietà e il sacrificio intrinsechi al fare delle “penne nere”, che prosegue con i provvedimenti introdotti negli ultimi due anni e tesi a garantire risorse alle sezioni e ai gruppi per le attività connesse ai loro anniversari più importanti, come nel caso dei centenari di fondazione, ma anche per la sistemazione delle loro sedi, come pure per affiancarli nelle opere di manutenzione di baite e rifugi alpini e nel ripristino di monumenti e siti storici.
Francesco Dal Mas