“Un’ordinanza redatta in tempi brevissimi con il supporto delle organizzazioni sindacali, a fronte dell’emergenza caldo che ha reso necessario intervenire con regole precise a tutela dei lavoratori maggiormente esposti alle alte temperature”.
Lo ha detto l’assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi, annunciando che da oggi pomeriggio fino al 15 settembre sarà in vigore l’ordinanza, a firma del governatore Massimiliano Fedriga, finalizzata a ridurre il rischio di colpi di calore e stress termico in ambito lavorativo nei mesi estivi.
Il provvedimento prevede, in particolare, la sospensione dell’attività lavorativa dalle 12.30 alle 16 in cantieri edili e stradali, cave, nelle attività florovivaistiche e agricole e negli ambienti di lavoro interni non climatizzati e non sufficientemente aerati. “Abbiamo ritenuto opportuno estendere la validità dell’ordinanza anche a queste ultime aree – ha puntualizzato Riccardi – , nelle quali il caldo eccessivo del caldo può avere un impatto altresì pericoloso”.
I contenuti dell’ordinanza sono stati discussi questa mattina nel palazzo delle Regione a Trieste, in un incontro con le organizzazioni sindacali a cui hanno partecipato anche gli assessori regionali Sergio Emidio Bini (Attività produttive) e Alessia Rosolen (Lavoro).
“La Regione si è attivata con rapidità per venire incontro alle necessità delle aziende e dei lavoratori in un periodo di emergenza – ha commentato Bini – . La direzione Attività produttive è impegnata nelle interlocuzioni con le associazioni di categoria per dare massima diffusione a questa misura preventiva nel tessuto produttivo”.
L’assessore Rosolen ha sostenuto che “il cambiamento climatico in atto è un fenomeno che andrà tenuto sempre più in considerazione nel tutelare le condizioni di lavoro, anche attraverso normative di carattere nazionale e la contrattazione collettiva”.
I sindacati: “Contenuti condivisi. Ma bisogna cominciare a pensare a misure strutturali”
Pensare a misure strutturali volte a tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori per tutta la durata della stagione estiva. È una delle richieste avanzate oggi dalle segreterie confederali di Cgil, Cisl e Uil del Friuli Venezia Giulia nel corso dell’incontro con gli assessori alla Salute Riccardo Riccardi, al Lavoro Alessia Rosolen e alle Attività produttive Sergio Emidio Bini, convocato per un confronto sui contenuti dell’Ordinanza Caldo di prossima approvazione da parte della Giunta.
«Dopo la richiesta d’incontro da noi avanzata nei giorni scorsi – fanno sapere Michele Piga (Cgil), Cristiano Pizzo (Cisl) ed Ezio Tesan (Uil) – oggi ci sono stati illustrati i contenuti dell’ordinanza, che riguarderà il settore agricolo, i florovivaisti, il settore edile, cave e anche i luoghi chiusi, tenendo conto delle caratteristiche di ciascun comparto. Abbiamo condiviso le misure previste, sottolineando nel contempo la necessità di ulteriori interventi specifici, tra i quali la possibilità esplicita di deroghe rispetto alle scadenze previste da appalti e forniture, per evitare che il rispetto dei termini di consegna diventi una causa di conflitto tra le esigenze della produzione e quelle, prioritarie, della salute e della sicurezza dei lavoratori».
Altro tema posto dai sindacati (presenti all’incontro anche Elisabetta Faidutti della Fillea e Dina Sovran della Flai, in rappresentanza dei lavoratori delle costruzioni e dell’agricoltura) l’esigenza di uscire da una logica d’intervento legata esclusivamente all’urgenza: «Il cambiamento climatico – spiegano Piga, Pizzo e Tesan – è un dato di fatto con cui dobbiamo fare i conti e che sempre più segnerà la stagione estiva, caratterizzata da temperature che crescono ogni anno e da un continuo superamento dei valori storici. Da qui la necessità di definire in anticipo un pacchetto di misure da far scattare automaticamente ogniqualvolta le temperature avvicinino soglie critiche come quelle di questi giorni: è un aspetto che non può essere lasciato esclusivamente all’iniziativa delle aziende o al confronto sindacale, ma che richiede un adeguato quadro normativo di sostegno sia a livello nazionale, sulla scia del Decreto Caldo del 2023, sia da parte delle Regioni».