Con questo titolo è uscito il primo libro-intervista di papa Leone XIV (a cura della giornalista americana, amica del Papa, Elise Ann Allen). Il testo non è ancora disponibile in italiano, ma è già molto commentato in quasi tutti i media nazionali e internazionali. Da un’intervista è possibile anticipare ciò che Papa Leone sarà?
Su molti temi ha espresso pareri interessanti, sempre con prudenza, con fondamento nella tradizione della Chiesa, con aperture verso i problemi del mondo e della Chiesa cattolica stessa. Non credo che si possa ricavare molto, oltre agli intenti e alle indicazioni, e questo per vari motivi. Anzitutto perché Papa Leone è ben cosciente che “sta imparando a fare il Papa”, lo dice lui stesso, ed è una delle affermazioni più importanti dell’intervista, e ciò significa che sta cercando di vivere e interpretare il ruolo in modo appropriato e coerente, con se stesso, con lo Spirito, con la Chiesa, con il mondo di oggi. Lui stesso deve reinventarsi e lasciarsi forgiare dalle mani sapienti di Dio. Il Papa risponde anzitutto alla Parola di Dio, cioè allo Spirito, e alla Tradizione, e cioè al magistero universale della Chiesa. Non è espressione di alcuna ideologia, né è preoccupato di rispondere alle attese delle cosiddette libertà frutto delle ideologie del nostro tempo, né alle democrazie. Anzi dice chiaramente che la democrazia non è sempre un bene, d’accordo con san Tommaso d’Aquino che diceva: non semper maior pars est meior pars. I numeri non sono rappresentativi di qualità, ma di quantità, e tutti noi dovremmo guardare alla qualità prima che alla quantità. E Lui ha certamente presenti certe pseudo democrazie che invece sono sistemi totalitari oligarchici. Il Papa si muove su altri piani, pur ascoltando ogni istanza umana.
Dell’intervista sono stati letti molti aspetti. Troviamo allora sottolineature relative al tema della pace e delle guerre, agli scandali nella Chiesa, alle aspettative riguardanti i poveri e i profughi, alla polarizzazione e alle politiche internazionali, con particolare attenzione su Cina e USA, alla diplomazia vaticana; dallo sport all’ecumenismo e al dialogo interreligioso; dalla presenza delle donne nella Chiesa all’inclusione dei fedeli LGBTQ. Il Papa risponde dicendo chiaramente che la tradizione della Chiesa è molto chiara in proposito, ma che lui sarà attento, in dialogo con tutti, disponibile, ma sarà sostenitore della famiglia come sacramento tra Dio e l’uomo, nell’unione uomo/donna immagine di Dio che continua in loro la creazione. Se il Papa cambierà una norma della Chiesa, non potrà farlo per rispondere a una cultura locale, ma farà delle norme valide per tutta la Chiesa.
Ma io vorrei sottolineare quello che vien detto all’inizio, nel titolo dell’intervista: Papa Leone XIV cittadino del mondo e missionario del secolo XXI, titolo su cui non ho trovato alcun commento, mentre lo ritengo molto significativo. Cittadino del mondo, appellativo che mi fa ripensare alla lettera a Diogneto, testo della fine del II° secolo dell’era cristiana, in cui si dice che il cristiano è straniero in patria e cittadino in terra straniera. Essere cittadini del mondo è una realtà e una necessità per i cristiani: non si può essere legati solo a una terra, a un popolo, a una cultura. Il Vangelo è annunciato a tutti gli uomini, senza esclusione alcuna. Papa Leone è sì statunitense per nascita, ma gli anni passati in Perù e la stessa formazione agostiniana lo hanno fatto diventare davvero un cittadino del mondo.
Da quanto emerge dall’intervista possiamo già dire che dovrebbe delinearsi un cammino di superamento delle polarizzazioni, specie all’interno della Chiesa, un cammino di sinodalità, cioè di dialogo, di comprensione. Ma anche di superamento di quelli che sono gli ostacoli esistenti, che non sono pochi.
Molti commenti sull’intervista, inoltre, cercano i punti di continuità o discontinuità con Papa Francesco. Ha senso? Quello di Papa Leone sarà diverso e allo stesso tempo in continuità con quello di ogni altro Papa, come è stato per tutti i suoi predecessori, e come sarà sempre, perché è lo Spirito che guida la Chiesa, e lo Spirito è presente anche nell’elezione di Papa Leone. Dio non fa cloni, dovremo anche noi imparare a conoscerlo, ad apprezzarlo e ad amarlo per quello che è, indipendentemente dalle assonanze o diversità con i pontefici precedenti. Papa Leone è un Papa nuovo che trae dal tesoro di Dio cose nuove e cose antiche.
Preghiamo per lui.
Leone XIV, cittadino del mondo, missionario del X
