Il tema dell’educazione all’affettività e alla sessualità tiene banco non solo a livello sociale e scolastico, ma anche nel Parlamento italiano. All’esame della Commissione Cultura della Camera è infatti in discussione il disegno di legge del ministro Giuseppe Valditara sull’”Introduzione dell’educazione sentimentale, sessuale e affettiva” nelle scuole, il quale prevede l’obbligo del consenso scritto e informato dei genitori per qualsiasi attività didattica su questi temi, con il divieto di svolgere tali attività nelle scuole dell’infanzia e primaria.
Al riguardo abbiamo interpellato il formatore Marco Maggi, che da più 35 anni si occupa di prevenzione del disagio giovanile nelle scuole ed è autore di testi e manuali, come “Parlami dell’amore”.
Lo scorso 10 novembre, Maggi ha tenuto, proprio su queste tematiche, un webinar organizzato dall’associazione Mec-Media educazione comunità, inserito nel progetto “FVG Comunità digitale”, rivolto a insegnanti e genitori, che ha visto ben 350 collegamenti simultanei, un terzo dal Friuli, i rimanenti dal resto d’Italia.
«Da decenni – spiega Maggi – in Italia l’educazione sessuale è un argomento tabù, perché c’è sempre stata paura ad affrontarlo seriamente, rimandando le azioni specifiche. Così, il ritardo ha prodotto lentezze nel fronteggiare i vecchi e nuovi problemi, legati all’utilizzo delle tecnologie e alla violenza di genere. Certo, i dibattiti sono utili, però l’importante è che siano costruttivi e non demagogici».
Maggi, condivide il ddl che prevede il consenso informato da parte dei genitori?
«Personalmente, ho sempre coinvolto i genitori e chiesto il loro consenso per ogni attività che svolgo a scuola o con i minori. Mi stupisce che questa modalità non fosse già una prassi per gli interventi negli ambiti scolastici o educativi».
L’intervista completa a Marco Maggi è pubblicata sul numero del settimanale la Vita Cattolica in edicola questa settimana.













