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Marchiol: «Ecco quello che c’è da fare prima di pensare a pedonalizzare Piazza Primo Maggio»

Traffico in tilt nella città di Udine. È successo più volte in queste ultime settimane quando i grandi eventi – da Friuli Doc alla Maratonina – hanno comportato la chiusura di piazza Primo Maggio, in particolare nella parte tra l’ellisse e il colle del Castello, assieme alla sua continuazione in viale della Vittoria. Un’arteria che evidentemente, stante l’attuale situazione della viabilità, è da auspicare venga interdetta al traffico il meno possibile. Quale allora il futuro di piazza Primo maggio e quindi anche del dibattito che in questo periodo, ma così da molti anni, c’è su una sua possibile parziale pedonalizzazione in futuro?

Abbiamo rivolto la domanda a Ivano Marchiol, l’assessore comunale alla Mobilità e Lavori pubblici che proprio in questa direzione sta spingendo dall’inizio del suo mandato, a partire dall’eliminazione dei parcheggi in piazza Garibaldi. Abbiamo incontrato Marchiol in un bar di piazza Garibaldi, di fronte al plateatico dal quale sono stati tolti i parcheggi e in cui nel giugno prossimo dovrebbero partire i lavori di trasformazione della piazza per farne un’area verde e pedonale. «È vero – ammette Marchiol – quando si fanno gli eventi in piazza Primo Maggio in città si intasa tutto. Ed al momento pensare ad una pedonalizzazione fa parte del libro dei sogni».

Secondo l’assessore è necessario «innanzitutto completare la rigenerazione e riqualificazione del centro storico, intervenendo su piazza Garibaldi, piazza Venerio e piazza San Cristoforo. Al momento per piazza Garibaldi è in corso di sviluppo il progetto esecutivo che contiamo di completare entro fine anno, con l’obiettivo di far partire i lavori a giugno 2026. Per piazza Venerio il progetto di fattibilità tecnico-economica è già stato deliberato ed è in sviluppo quello definitivo. Per piazza San Cristoforo, assieme all’ambito che da piazza Marconi arriva fino a via Gemona, abbiamo deliberato il progetto preliminare e stiamo dando l’incarico per le ulteriori fasi progettuali. Quanto a piazza XX Settembre ci sono dei ragionamenti in itinere. Inoltre abbiamo affidato alla società Trt di Milano la realizzazione del Piano urbano della mobilità sostenibile assieme al suo documento di dettaglio: il piano urbano del traffico. Saranno pronti fra circa un anno, ma già fra sei mesi avrò alcuni dati».

Secondo Marchiol questo percorso porterà a «sgravare la permeabilità automobilistica nel centro, realizzando l’obiettivo di portare non più le auto, ma le persone in centro.Solo allora potremo iniziare a ragionare di piazza Primo maggio, partendo sicuramente dalla collinetta di fronte al Conservatorio, per poi passare a vedere come reagisce la circolazione chiudendo la parte di fronte allo Stellini e, magari in futuro, chiudendo anche la parte tra l’ellisse e il castello».

Tutte ipotesi che però, finché non saranno conclusi gli altri interventi, restano «libro dei sogni», ammette Marchiol.

Ad agosto il record del bike sharing: 10 mila utilizzi

Nella direzione di diminuire la «pressione delle auto sul centro» nel frattempo sta andando il progetto del bike sharing, ovvero il nuovo sistema delle bici a noleggio grigie e arancioni che, attivato a marzo, sta funzionando. «Ad agosto – fa sapere Marchiol – abbiamo avuto il record di 10 mila utilizzi, e questo in un mese che l’azienda considera di basso utilizzo, dal momento che non ci sono studenti. Il tragitto medio è di circa 2,5 km per le bici elettriche, di 1,5 per quelle muscolari. I percorsi riguardano tutta la città, anche dalla periferia al centro. Il bike sharing – prosegue Marchiol – è trasporto pubblico che ha il grande vantaggio di quello privato: parto quando voglio e vado dove voglio. In più ha prezzi vantaggiosi: 3 euro al mese più 30 centesimi ogni 15 minuti per le bici elettriche, 15 centesimi per quelle muscolari. Molti di coloro che hanno noleggiato le bici se il bike sharing non ci fosse stato avrebbero usato l’auto».

L’esempio del nord

Quest’estate Marchiol ha visitato numerose città della Francia (Borgogna, Champagne) ed in precedenza si era recato a Parigi ed anche a Valencia, in Spagna, proprio per vedere esempi virtuosi di pedonalizzazione dei centri storici. Che soluzioni si potrebbero portare a Udine? «Verde diffuso; ciclabilità diffusa, ovvero non solo piste ciclabili dedicate, ma anche zone 30 per le auto con corsia riservata per le bici; ampi spazi cittadini riqualificati». Tre elementi che secondo l’assessore invogliano i cittadini ad usare di meno l’auto a favore della bici e dello spostarsi in centro a piedi. «Ce lo insegna una grande città come Parigi. Rue de Rivoli era una delle arterie più importanti e trafficate della capitale. Oggi ha una corsia per le auto di servizio e il resto è tutto ciclabile».

Stefano Damiani

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