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Salute

Mare inquinato vicino alle foci dell’Isonzo e dello Stella

L’elevata carica batterica è dovuta alle cattive depurazioni. L’ultima procedura di infrazione dell’Ue coinvolge anche 8 agglomerati urbani del Friuli-V.G- che si aggiungono ai 12 già condannati in passato. La multa sarà di circa 66 milioni di euro, tra le più alte in Italia

Cariche batteriche ben al di sopra dei limiti consentiti dalla legge per tre degli otto punti campionati dai tecnici di Goletta Verde lungo le coste del Friuli-Venezia Giulia. Nel mirino ancora una volta foci di fiumi e scarichi: per il terzo anno consecutivo ricevono un giudizio di “fortemente inquinato” le acque prelevate allo sbocco del canale via Battisti a Muggia, mentre vengono giudicate “inquinate” quelle alla foce del fiume Isonzo a Grado e alla foce del fiume Stella a Precenicco. Ma i pericoli, secondo quanto esposto oggi a Grado dai tecnici di Goletta Verde, non arrivano solo dalla cattiva depurazione: a preoccupare sono anche i reati – dal cemento illegale, alla pesca di frodo – che le Forze dell’ordine e le Capitanerie di porto hanno intercettato nel corso del 2015 lungo le coste regionali con una media 2,4 reati per ogni chilometro di litorale. Per questo Legambiente chiede a Regione e amministrazioni comunali di verificare le situazioni di criticità ancora presenti sul fronte della depurazione e allo stesso tempo di intensificare i controlli contro chi continua a deturpare una delle maggiori risorse di questo territorio.

Nonostante siano passati 11 anni dalle scadenze previste dalla direttiva europea sulla depurazione, l’Italia, infatti, è ancora in fortissimo ritardo. Circa il 25% della popolazione non è coperta da un adeguato servizio di depurazione e un terzo degli agglomerati urbani a livello nazionale è coinvolto da provvedimenti della Commissione europea. Sul nostro Paese pesano già due condanne e una terza procedura d’infrazione. Oltre i costi ambientali, ci sono inoltre quelli economici a carico della collettività: a partire dal 2016, il nostro Paese dovrà pagare 480 milioni di euro all’anno, fino al completamento degli interventi di adeguamento. L’ultima procedura di infrazione dell’Ue coinvolge anche otto agglomerati urbani del Friuli-Venezia Giulia che si aggiungono ai 12 già condannati in passato. E in questa regione la multa in arrivo sarà di circa 66 milioni di euro, tra le più alte in Italia”.

La risposta della Regione

“Sulla depurazione delle acque l’Amministrazione regionale non è mai stata così fortemente determinata a fronteggiare le procedure di infrazione comunitarie”. Lo ribadisce l’assessore regionale all’Ambiente, Sara Vito, ricordando come per le tre controversie che investono il Friuli-Venezia Giulia, la Regione si sia mossa mettendo a disposizione oltre 95 milioni di euro. L’investimento maggiore, del valore di 52,5 milioni di euro, riguarda la realizzazione del nuovo Depuratore di Servola, a Trieste, grazie all’Accordo di programma tra la Regione, il ministero dello Sviluppo economico e il ministero dell’Ambiente. L’entrata in funzione del nuovo impianto è prevista per l’inizio del prossimo anno e, come evidenzia Vito, “permetterà di superare la procedura di infrazione comunitaria più datata che riguarda il Friuli-Venezia Giulia”. Le altre due annosità riguardano invece il mancato trattamento supplementare dei reflui che scaricano nell’Adriatico settentrionale. In due diversi filoni sono coinvolti gli agglomerati di oltre 10.000 e 2.000 abitanti. “Per quanto riguarda la prima questione – sottolinea l’assessore – è stato firmato l’anno scorso un Accordo di programma per il potenziamento dell’impianto di depurazione di Staranzano, che servirà la provincia di Gorizia, per un costo complessivo di oltre 18 milioni di euro”. Nel secondo caso, invece, la Regione già nel 2014 ha sottoscritto un accordo per potenziare la capacità di collettamento e di depurazione dei reflui urbani in diversi centri del Friuli-Venezia Giulia, quali Cervignano, Rivignano, Pordenone, Porcia, Cordenons, Roveredo in Piano e Grado. L’ammontare di questo investimento è di quasi 25,5 milioni.

Presentati a Grado i risultati del monitoraggio di Goletta Verde 2016

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