Rafforzare i legami di comunità. Promuovere l’educazione e gli spazi destinati ai giovani. Difendere l’ambiente e la giustizia climatica. Sostenere il diritto alla salute e il welfare di comunità. Sono le quattro sfide al centro del Meeting del Volontariato, in programma a Palazzo Toppo Wassermann, in via Gemona 92 a Udine, sabato 25 ottobre. Le ha anticipate, a la Vita Cattolica, il presidente regionale del MoVi, Dino Del Savio in un’intervista all’interno di un ampio servizio sul volontariato pubblicato sul numero del 22 ottobre 2025.
Tra gli ospiti del Meeting ci saranno il sindaco di Udine Alberto Felice De Toni, l’arcivescovo mons. Riccardo Lamba, il presidente del Consiglio regionale Mauro Bordin, il pedagogista e imprenditore sociale Johnny Dotti, il portavoce del Forum Terzo Settore Fvg Marco Iob. Oltre ai presidenti regionali del MoVi Dino Del Savio (foto) e del Csv Roberto Ferri, interverrà anche un gruppo di esperti: la ex dirigente scolastica Teresa Tassan Viol, il pedagogista Franco Santamaria, il presidente di Legambiente Fvg Sandro Cargnelutti, la scrittrice Sara Segantin, la ricercatrice Nadia Carestiato, lo psicologo di comunità Stefano Carbone, i sociologi Maria Cristina Novelli e Carlo Beraldo.
Qui una sintesi dell’intervista con Del Savio.

Che cosa si propone il Movi con questo Meeting? «È il principale evento di preparazione alla Giornata del Volontariato 2025 – ha spiegato Del Savio –. L’obiettivo del percorso avviato dal MoVi è di fare della Giornata non solo un momento di ritrovo, di riflessione e di festa per le associazioni e i volontari, ma anche un’importante occasione di confronto tra la cittadinanza, le istituzioni regionali e il mondo del volontariato, che in Friuli-Venezia Giulia coinvolge oltre 160mila cittadini e vede impegnati 8.500 tra enti e associazioni, di cui 3mila tra Odv e Aps iscritte al registro unico del terzo settore».
Il volontariato è il termometro della società. Le vostre difficoltà riflettono la crisi valoriale che talvolta sembra palesare il tessuto comunitario?
«Nelle nostre comunità e in generale nella società cogliamo segnali talvolta deboli, non ancora maggioritari ma, quando si riesce ad intercettarli, esprimono tutta la loro forza e carica di umanità. Leggiamo anzitutto una domanda di comunità, di legami, di coesione (quasi a dire che l’individualismo non appaga più)».
Sempre più debole, invece, la domanda di partecipazione?
«In verità c’è un’esigenza di partecipazione che sia un “fare utile”: non più o non solo “militanza”, ma una costruzione concreta del bene comune, partendo dal basso, dall’impegno nella propria comunità. E in questa prospettiva non manca la disponibilità alle cooperazioni. Ma è una cosa difficile da apprendere e da mettere in pratica. Va stimolata, coltivata. Va presa “a cura”».
Si dice che il volontariato è a-politico. In verità come MoVi ponete la necessità di un “volontariato politico”. In che termini?
«Il volontariato politico è quello della consapevolezza che bisogna intervenire a “rimuovere le cause” che producono ineguaglianze ed emarginazione. Avvertiamo, questo è vero, una distanza dalle istituzioni che rischia di mettere in discussione la vita e le pratiche democratiche, anche quelle quotidiane».
Il Meeting a che cosa dovrà servire?
«Alla fine del Meeting, vorremmo che i volontari presenti ritornassero nelle proprie associazioni e comunità ancora più consapevoli dell’importanza del loro impegno per contrastare ineguaglianze e promuovere benessere, più disponibili ad operare in reti associative e in alleanze territoriali, più “leggeri” (meno affaticati) perché sanno di essere in buona compagnia, più (molto) interessati a contribuire (aderendo) a “pensieri ed azioni” del MoVi Fvg».
Francesco Dal Mas













