Il sipario si alza venerdì 27 agosto, alle ore 17.30, con la prima assoluta dello spettacolo itinerante “Remote Cividale” dei Rimini Protokoll. Inaugurazione ufficiale sabato 28, con il presidente sloveno Borut Pahor
Domani, venerdì 27 agosto, si alza il sipario della che, fino a domenica 5 settembre, trasformerà Cividale del Friuli in un unico, grande palcoscenico: 31 progetti artistici selezionati dal direttore artistico Giacomo Pedini provenienti da 13 paesi, tra cui 18 prime assolute o nazionali, che uniscono grandi nomi e nuove promesse, nuovi linguaggi e tecnologie, grande letteratura e gesto scenico.
L’inaugurazione ufficiale si terrà invece sabato 28 agosto, al Convitto Paolo Diacono, alle ore 17, alla presenza anche del presidente della Slovenia, Borut Pahor.
Alle 17.30 la prima assoluta di dei Rimini Protokoll in cui 30 persone attraverseranno la città indossando delle cuffie e guidati da una voce sintetica, come la conosciamo dai navigatori GPS. L’incontro con questa intelligenza artificiale porta il gruppo e i suoi componenti a mettersi alla prova. Come vengono prese le decisioni comuni? Chi seguiamo quando siamo guidati da algoritmi? 30 persone si osservano a vicenda, prendono decisioni individuali, rimanendo però sempre parte di un gruppo. Mentre l’intelligenza artificiale guarda al comportamento umano da lontano, la voce passo dopo passo suona più familiare. Lungo il percorso, registrazioni binaurali e partiture cinematografiche forniscono una colonna sonora per il paesaggio urbano. Il viaggio attraverso la città sembra sempre più un film collettivo. Con Remote Cividale, si mette dunque in discussione l’intelligenza artificiale, i big data e la nostra prevedibilità. Questo, attraverso una camminata, per Cividale del Friuli, percorsa con uno sguardo nuovo, condizionato dal suono delle cuffie. Così, anche i luoghi consueti e i loro segni prendono forme e significati inattesi.
La apre il programma musicale di Mittelfest 2021 alle 18.30 con il concerto – dedicato ai fiumi e all’eredità da loro trasmessa, componente essenziale della cultura mitteleuropea, un bene che ci arriva dal passato tramite la memoria e si tramanda attraverso le tradizioni circolando su corsi d’acqua che si intrecciano al pari delle lingue, delle vite delle persone, dei percorsi delle strade e degli scambi tra le città.
Il celebre M° dirige l’orchestra e la giovane violoncellista in un viaggio lungo il corso di due grandi fiumi, il Reno e la Moldava, fino a raggiungere una dimensione più intima nello scenario quasi fiabesco di Cividale del Friuli e del suo leggendario ponte sul Natisone.
Per l’eccezionale occasione la FVG Orchestra ha commissionato all’autore friulano una composizione dedicata sppunto al Ponte del Diavolo, celebre per la leggenda popolare e luogo identificativo della città, che attraverso la sua storia ne accompagna le vicende. Devil’s Bridge è una vera e propria narrazione, una storia come quelle raccontate dai nonni; lo stesso compositore racconta:
A chiudere la giornata il primo appuntamento con la prosa di un lavoro teatrale su quanto il suono delle parole, che descrivono un’esistenza misera, decifri e comprenda la storia di tutti. Mark, un uomo solo e analfabeta, in una notte di pioggia come tante, chiede al maestro Andrea di scrivergli una lettera per farsi assegnare una casa popolare. Una volta scritta, Mark chiede che gli venga riletta. Questa lettura, l’oggettivazione della sua vita, diventa l’ossessione figurata del senso dell’esistenza. Letra è uno spettacolo sulla miseria condivisa che genera amore, la storia di un pezzo di mondo in un paese di montagna, che è come la casa di cui sentiamo la mancanza, la vita che non sappiamo rileggere.