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Mons. Lamba su Leone XIV: «Un Papa capace di ascoltare e di profonda spiritualità»

Lo scorso 8 maggio ha seguito con le lacrime agli occhi la proclamazione e il primo saluto di Leone XIV, tanta era la commozione per quel confratello affacciatosi, altrettanto commosso, dalla loggia delle benedizioni di San Pietro vestito di bianco. L’arcivescovo mons. Riccardo Lamba, sotto sotto, sperava nell’elezione di un profilo come quello di Robert Francis Prevost. «Me lo aspettavo», ha confidato fin da subito. «Leone XIV è la persona che il Signore, da chissà quanto tempo, ha preparato per questo momento, ossia per succedere a Papa Francesco. Il Signore, come sempre, sa bene ciò che fa». Mons. Lamba ha conosciuto personalmente l’allora mons. Prevost nel settembre 2022, pochi mesi dopo l’ordinazione episcopale, durante un corso di formazione per vescovi di recente nomina. In quell’occasione Prevost – che non era nemmeno cardinale, ma era membro del Dicastero per i Vescovi – fu uno dei formatori.

Mons. Riccardo Lamba, qual è stato il suo primo pensiero al momento dell’elezione di Robert Francis Prevost?

«Mi ha fatto una bella impressione e mi ha dato gioia. Ho avuto occasione di incontrare l’attuale Papa quando ero stato da poco nominato vescovo: in quell’occasione avevo avuto modo di sentirlo e anche di incontrarlo personalmente, mi aveva fatto subito una bellissima impressione. È una persona di elevata spiritualità e profonda mitezza, con una grande capacità di ascolto e dialogo.»

Il Papa è relativamente giovane e, peraltro, ha un vissuto interessante: è discendente di immigrati, ha una laurea in matematica, un dottorato in diritto canonico, è patrologo, parla diverse lingue, è curiale ma è stato vescovo in Perù fino a due anni fa. Cosa dice la biografia di questo Papa?

«Credo che la molteplicità di queste esperienze, dall’ambito accademico al governo della Chiesa, oltre all’esperienza missionaria e pastorale, ci presenti una persona molto completa. Questo sia per le caratteristiche umane di cordialità, di capacità di dialogo e di ascolto, sia dal punto di vista spirituale. È una persona di grande fede e di una spiritualità che sicuramente affonda le radici nel carisma di Sant’Agostino.»

A questo proposito, fin dal suo primo saluto il Papa Leone XIV ha ricordato di essere un «figlio di Sant’Agostino». Cosa può dare questa sua spiritualità alla Chiesa di oggi?

«Credo che le direzioni siano due. La prima è un invito alla ricerca di un cammino personale di relazione con il Signore. Sant’Agostino lo dice chiaramente: “Non uscire fuori di te, rientra in te stesso; la verità abita nell’uomo interiore”. Nell’interiorità della persona c’è il Maestro interiore che è Gesù Cristo: è una sottolineatura dell’importanza della vita spirituale per ciascuno di noi.»

E la seconda direzione?

«Sant’Agostino fu tra i primi a proporre la vita comunitaria come forma di vita religiosa. Non si tratta evidentemente dei soli religiosi, ma si può intendere anche la comunione tra le persone in genere. Credo che questi due aspetti siano molto importanti: la comunione con Dio e la comunione tra gli uomini.»

L’intervista completa, a firma di Giovanni Lesa, si può leggere sull’edizione de La Vita Cattolica del 14 maggio 2025.

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