Un laboratorio a cielo aperto dove il doppio utilizzo del suolo agricolo affianca coltura e produzione di energia rinnovabile. Da un progetto sperimentale unico in Europa, nasce a Palazzolo dello Stella un impianto agrivoltaico di circa 600 metri quadrati posizionato su seminativi e vigneto biologico.
Uniche le particolarità. Disporre di un sistema di monitoraggio delle coltivazioni, supportato dall’Intelligenza artificiale, e produrre energia rinnovabile mantenendo la fertilità dei suoli sottostanti, con il risultato di integrare il reddito dell’impresa. L’innovativo impianto dimostrativo, installato in un campo dell’azienda agricola Weldan di proprietà di Walter Bagnarol, è stato presentato di recente da Ape Fvg (Agenzia per l’energia del Fvg), in collaborazione con Ersa (nell’ambito del Sissar, il Sistema integrato dei servizi di sviluppo agricolo e rurale), Università di Udine, Akren (società bolognese che si occupa dello studio e della realizzazione di impianti agrivoltaici) e Cet Eletronics (realizza i sistemi di monitoraggio).

L’impianto agrivoltaico permetterà di studiare il legame tra impatto ambientale, produttività e utilità economiche, grazie a pannelli installati su strutture sopraelevate che consentono la completa prosecuzione dell’attività agricola, massimizzando sinergie e resa. Grazie a una sofisticata serie di sensori presenti sotto i pannelli (che sono installati senza utilizzo di cemento, garantendo così il completo ripristino del suolo a fine ciclo riproduttivo), svariati dati saranno raccolti in tempo reale, svolgendo al contempo attività di ricerca e sviluppo, per valutare scientificamente l’impatto dell’impianto sulle colture. Non solo, perché si potranno pure rilevare parametri fino a oggi quasi inaccessibili. Grazie a “foglie elettroniche”, camere 3D e A.I., si potrà osservare in tempo reale il mutamento del microclima e la crescita e lo sviluppo della vite sotto i pannelli.
Uno degli obiettivi oggetto di studio, ha spiegato l’agronomo Osvaldo Tramontin, è comprendere se il sistema possa allentare «la pressione della peronospora sulla vite, limitando la bagnatura». La ricerca, hanno illustrato gli esperti, punterà anche a comprendere la fisiologia della pianta a 360 gradi, l’impatto della copertura sulle fasi fenologiche oltre alla perfomance qualitativa e quantitativa della varietà di vite. In più, si potrà studiare la validità della copertura in caso di gelate tardive o ondate di calore estive.
«È il primo vero impianto agrivoltaico che si caratterizza per la piena integrazione con l’ambiente e le risorse agricole, valorizzandole. È una visione completamente diversa da quella della mera produzione di energia elettrica con impianti fotovoltaici a terra – ha commentato l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, forestali e ittiche, Stefano Zannier, presente al taglio del nastro –. Siamo di fronte a operazioni di acquisto di terreni da parte di fondi finanziari per l’installazione di impianti destinati esclusivamente alla produzione di energia elettrica. Per questo la Regione sostiene tecnologie come quella di Palazzolo dello Stella, consapevole che stiamo contribuendo a costruire l’evoluzione della visione agricola del futuro».
Monika Pascolo